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Pubblicata il 08/10/2007
Ruggisce il poeta della strada,
mandolino,
carte e penna d'oca il suo vestiario
e per cappello uno straccio di emozione.
Ci viene a vedere
nei nostri occhi,
ci viene a osservare
nei nostri gesti,
ci viene a guardare
nei nostri affetti;
ferisce il poeta della strada,
parole come spade,
canzoni dal suono diletto
e l'infinito è un tratto,
breve,
dolce,
lungo e amaro.
Piange il poeta della strada,
della morte dell'arte
o giù di lì,
del piacere suasivo
della natura che aberra,
del dolore di una notte di freddo
in una stanza gelida.
Vive il poeta della strada
delle sue risa,
del suo mondo,
nel suo mondo.
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bello il verso della semplicità,concordo,a volte il fuoricorso fa notare un altro tratto,ciao cate

il 09/10/2007 alle 10:24