LA SEDIA ACCANTO
è vero: urlo eppure son silente
tanto pacchiana quanto silenziosa
così discreta che credo se morissi
solo per caso ve ne accorgereste;
eppure mancherò soltanto
per distanza,
non per assenza,
nemmeno per essenza,
e un giorno voi
- stanchi di andare oltre -
troverete due sedie ad aspettarvi:
una per sedervi e l’altra - vuota - accanto;
così, per caso, un giorno voi saprete
che a mancare - di me - è il disincanto
COME CORDA CHE VIBRA
Lo vedi?
l’acqua che precipitava
ora è calma
quasi come le lacrime
in cui si specchia Dio,
e i brividi sconvolti sul viso
sono quieti
come distese di luce a primavera.
Non chiedermi chi sono:
non a me, che sempre mi perdo
tra una lucciola e una stella insanguinata
da un incubo che accarezza
il bordo tagliente d’ogni vetro,
io, che lo specchio ho coperto
con l’ombra fitta che non svela
quale abisso, tra la pupilla
ammutolita ed occhi ciechi
DI ME
Dove mi hai visto,
dimmi,
in quale pozzanghera
hai indovinato
il volto
come nell’alba
la luce impenitente,
di che colore
l’anima o quel cielo
che non combacia mai
con i tuoi occhi,
dimmi, dimmelo tu
se hai letto le mie ciglia,
se le hai sfogliate
fin dentro le pupille,
o ti sei perso
come intorno al mondo
semplicemente
esplorando questa perla
che dona la sua luce
in seno all’ombra,
ma taci!, taci questa volta,
dammi almeno
il pudore del silenzio
Rosanna Spina