Quella finestra con al di fuori
tralicci di ferro battuto
all'interno ha rametti secchi e intrecciati
che fan paradosso a ciò che mostrano,
verdi foglie ordinatamente disposte
in un mosaico di sfumature.
Di quando in quando tra di esse,
lasciano impercettibili ritagli di spazi liberi
dai quali la mente fugge
a spiarti sull'assolato balcone dirimpetto,
noi sconosciuti noi già l'uno nei pensieri dell'altra.
Tu che con sguardi schivi lambisci quella finestra,
e non vedendo nessuno, solo foglie,
mi immaginami allo scoperto
tradito dalle fronde
senza edera né ferro,
scheggia o cristallo;
entro nei tuoi occhi salati dagli aurei riflessi
sulla cresta dell'onda del tuo cuore tumultuoso
e mi rassereno sulla spiaggia dei miei sogni.