PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 10/09/2007

Dio della pioggia,
fa’ che di gocce i miei occhi non s’inondino,
lascia ch’io resti su un’arca silenziosa
a guardare il mio pianto che va via.

Dio del silenzio,
fa’ che non esca questo grido
a straziare i timpani dei sordi
da pieghe recondite ove germina il dolore

Dio del vento,
lascia che mi asciughi come un cencio
che le nuvole impregnano di lacrime di sole

Dio triste e stanco di ogni nostro dolore,
fa’ che io corra veloce nella luce
ad occhi chiusi, senza mai cadere…

Dio tutta-luce
accecato dagli strazi
nel buio assoluto della desolazione,
chiudi le palpebre, non voglio tu veda
dentro i miei occhi la disperazione

Chiudi gli occhi:
quel che vedi è una bugia.
Ti dirò che ho un paradiso tra le mani.
Ti dirò: io credo nel domani.

Ti dirò
che il pianto

è solo mare.



Rosanna Spina
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Mi hai fatto venire in mente una canzone il cuo ritornello fa:
"Dio delle città e dell'immensità
se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi
vediamo se si può imparare questa vita
e magari un po' cambiarla
prima che ci cambi lei.
vediamo se si può
farci amare come siamo
senza violentarci più
con nevrosi e gelosie
perché questa vita stende
e chi è steso dorme o muore
oppure fa l'amore."

Un bellissimo testo e musicalmente anche la tua sarebbe un bel testo, letta e riletta fino alla chiusa che è la perla finale.

Che dire?? che entra dentro, che si sente un percorso emotivo molto vissuto...
non saprei dire altro...

Ciao
Giuliano

il 10/09/2007 alle 12:31

Bel testo

il 10/09/2007 alle 17:15

Riesci a contrastare le ombre che si stagliano sul tuo cammino con bagliori d'eternità; affidi la speranza a quel silenzio intimo che potrà rivelare la verità più che con le parole.
Un abbraccio, mati.

il 10/09/2007 alle 17:20

Caro Giuliano,
hai detto già molto,
a me tra l'altro quella canzone piace molto,
non riuscirei a mandarlaa memoria come fai tu,
ma ascoltarla e poi da quella voce è fantastica...

C'è sempre un percorso emotivo, a farsi strada, e a volte è più forte e palese, come in questo caso, altre più sfumato o trattenuto per pudore:
in entrambi i modi, si tratta del mio essere e del mio pensiero. Questa è una poesia del 2005 che ho rivisitato leggermente, e forse è rimasta fresca di emotività quanto allora...

"...Di una disperata generosità, una preghiera senza paragoni", l'ha definita un lettore...
Io non sono cattolica o credente, ma anche un agnostico ha sempre come punto di riferimento un Qualcuno che chiamiamo Dio, che ha creato l'umanità e l'universo, ma anche chi ha fede in un Dio buono, che ha creato un uomo a sua immagine e somiglianza, si chiede come mai quest'uomo degenera fino a essere più feroce di un animale selvaggio...
Allora, o nei momenti di sconforto personale, penso a un Dio che del nostro dolore fa il suo dolore, ma se Dio vedesse in un solo attimo tutte le guerre e le sopraffazioni, temo che morirebbe di dolore, perché se è vero che ci ha dato il libero arbitrio, è vero pure che per nostra incapacità o negligenza o egoismo scegliamo il male invece che il bene, ma ciò non è il fallimento della sua stessa onnipotenza?
Insomma, mi raffiguro un Dio forse troppo umano, tutt'altro che distante, distaccato e distratto: un Dio che invece è sopraffatto dalla nostra stessa emotività, dalle nostre lacrime...
Perciò, in questa poesia, invento per me stessa e per lui un sogno... o meglio, il pensiero che io stia sognando, e che tanto dolore non esista.

Ciao, ti ringrazio, un sorriso.
Rosanna



il 10/09/2007 alle 17:26

Ciao, grazie, un sorriso.

Rosanna

il 10/09/2007 alle 17:27

E proprio di un contrastare le ombre si tratta, cercando più luce in noi stessi, a volte è difficile, ma ci dobbiamo provare... Mi sono dilungata di più nella risposta a Giuliano, per te e per chi volesse leggerla, un abbraccio anche a te,
Rosanna

il 10/09/2007 alle 17:32

Cara Rosanna, potrei discutere con te giorni e giorni sl libero arbitrio dato da Dio all'uomo dopo averlo creato, ma mi fermi a due piccole cose.
nella storia della creazione, nell'eden diede il libero arbitrio già ad Adamo ed Eva, avevano tutto fuorchè una cosa, l'abero delle mele... se Lui non ce lo metteva sarebbe stato tutto semplice... non c'era, di conseguenza la mela non andava mangiata ma li volle mettere alla prova, tutto qra a disposizione fuorchè quello... L'uomo nel suo libero arbitrio, avendo TUTTO a disposizione decise che non era sufficiente e prese l'unica cosa proibita...
Dio ci ha dato tutto, e naturalmente alcuen regole di vita, come ci sono le leggi odierne dello stato.. morali ecc...
Nessuno ci impedisce di trasgredire... ma siamo consapevoli delle conseguenze e siamo noi a dovercene assumere la responsabilità...
Poi... noi esseri umani, chissà perchè... se raggiungiamo un traguardo, un obiettivo, diciamo... "ce l'ho fatta da solo senza nessun aiuto!" che sia vero???
Se invece le cose vanno male.... Dio non ci ha aiutato... che sia vero??

Grazie del tuo commento, ma compredere il disegno di Dio esula dalla mia mente umana...

Un piccolo aneddoto per finire:
Sant'Agostino si arrovellava per capire il mistero della Trinità ma un teologo come lui non riusciva a trovarne soluzione. un giorno trovò sulla spiaggia un bimbo che con le mani prendeva l'acqua del mare e la versava in una buca, alla richesta di Sant'Agostino su che cosa stava facendo rispose: sto mettendo il mare in questa buca; il santo riprese, ma come fai a pretendere di mettere tutto il mare in quella buca? il bimbo gli rispose:
Tu come pretendi di capire il mistero della Trinità con l tuo piccolo cervello?

Un abbraccio. Ciao
Giuliano

il 11/09/2007 alle 12:30