PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/08/2007
Quante lacrime ho visto versare all’acero
mentre una ghianda sua compagna ardeva
e intorno la pineta seguiva la colonna accesa

Così è finito il tronco dai due cuori incisi…

Ucciso da piromani assassini, velati dalle cappe
di fumi di castagno fuori tempo e caldarroste
al guscio ancora chiuso.

Abbiamo perso ancora

E piange la stagione, lacrime di sale e di miniere
sciolte dalle fiamme al pasto delle capre.

E dell’eterno colle nulla rimane
solo un costone nero di carbone e il mare.
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dolore per i crimini che l'uomo commette nei confronti di madre natura,,bravo roberto, ,ma niente riporta quel bene prezioso, io di fiamme arderei qualcuno,un saluto cate

il 27/08/2007 alle 13:53

Hai reso dolcemente poetico ciò che dalle nostre parti si sta consumando in un modo davvero impressionante.
Quelle fiamme innalzate a distruggere ciò che di bello esiste in Natura, sono le prove più forti della brutalità dell'uomo.
Vedere quel nero, segno luttuoso del misfatto, stringe il cuore e ci fa sentire creature piccolissime, incapaci di evitare lo scempio.
Che il verde risorga dovunque, ma principalmente nei cuori.
Salutone, mati.

il 27/08/2007 alle 23:30

Fra tanta cattiveria esistono cuori che ancora amano e inneggiano alla natura. Molto bella la poesia. Ciao da Giorgio.

il 28/08/2007 alle 07:34

credo non ci sia una vera volontà politica
l'ergastolo ci vorrebbe per chi commette atti
così deliberati e devastanti

il 28/08/2007 alle 16:09

è un dulcamaro poetico
anche un solo labero bruciato comporta la morte di un miscrosistema ambientale
figuriamo i milioni che sono stati divorati
da questi assassini

il 28/08/2007 alle 16:10

questa è la migliore risposta
ai presuntuosi
almeno tentiamo di cambiare
il modo di fare poesia
grazie..

il 28/08/2007 alle 16:11