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Pubblicata il 24/07/2007
stai lì, oltre la soglia
la pelle scura in viso
negli occhi quel dolore
di chi non ha vissuto
eppure hai verdi gli anni
come la primavera
ma forse mai posata
su quella mano nera

mi guardi muto e forse
nemmeno puoi capire
le mie parole incerte
perdute in quello sguardo
che non mi sta a sentire
ma parlano i tuoi occhi
in una antica lingua
confusa chissà dove
come un tribale canto
là dove batte il cuore

sei diverso, fratello
smarrito in questa terra
che più non sa gioire
mentre tu forse canti
se trovi un pò d'amore

chissà come mi vedi
così nel mio pallore
che vesto di illusioni
e nulla da inseguire

io che d'agi annego
e scarso di morale
ho perso quei valori
di chi sa confrontare

tu che di nemico
conosci sol la fame

mi chiedo se è già tardi
se mi puoi insegnare.
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Bisognerebbe cogliere la diversità come arricchimento, senza darle quel colore differente che, separando, annulla la possibilità dello scambio reciproco.
Un saluto, mati.

il 24/07/2007 alle 22:11

...già Mati, e a volte bastano ben poche di parole.
Ti abbraccio

il 25/07/2007 alle 00:44