La città stride, come un mal di testa, con i suoi mattoni rossi nella fredda mattina di grigio e pozzanghere.
I motori tremano su strade sospese nel vuoto.
Il mio fascino è nero come la notte.
La luna invisibile nel mio corpo irradia impercettibili sentimenti; nell'asciugarsi delle nuvole sorgerà piena in un abbraccio giallo di luce.
Ogni secondo che ci separa ticchetterà nero come zampettare di corvi.
Se non sapessi di avere il tuo cuore, disperato, tenterei la fortuna con tuffi nel vuoto
ed accordi di una melodia notturna.
Un giorno, uno qualsiasi, la lancetta delle ore si mise a sfogliare il suo album dei ricordi:
- gli elefanti non ne hanno bisogno - e si rese conto, piangendo, che i suoi giorni erano stati tutti uguali.
Si mise a correre impazzita:
- per i bradipi neanche la pazzia,
dalle 13,00 alle 20,00 e ancora, dalle 17,00 alle 11,00.
Il sole scoppiò a ridere, abbracciato alla luna, e prima di rendersene conto, la baciò sulla bocca.
Le stelle, rose dalla gelosia, esplosero all'unisono, facendo sfoggio delle loro onde d'urto. Ma nulla ormai poteva più distrarre i due innamorati.
- perché non ci siamo incontrati prima? - chiese la luna.
- Cosa importa? Questo è il nostro presente! - Fu la risposta del sole.
Ma prima del secondo bacio la lancetta delle ore rinsavì e tornò a fare il suo mestiere.
Il sole e la luna, speciali nella loro idiozia, si vergognarono per ciò che avevano fatto
e da allora giocano a nascondino intorno alla terra.
L.L.