PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 28/06/2002
Siamo cacciatori
di senso, consenso,
immagini, profumi,
colori, tenebre,
lampi, domande...
Siamo cacciatori
di rabbia, di gioia,
di finta gloria,
di ascolto,
di sogni...
Siamo cacciatori
di prospettive,
musiche oniriche,
di ricordi
e di bassi lamenti...
Ma siamo pur sempre
solo cacciatori
di parole...
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... solo cacciatori di parole...

verissimo, Blu, ed ai programmatori del portale che ci hanno dato questa riserva di caccia, gratuito oltretutto, dobbiamo questa grande possibilità.
Ed io per primo, visto che sono quello che maggiormente ne ho fatto uso.

Ciao
Luigi

il 28/06/2002 alle 20:46

... solo cacciatori di parole...

verissimo, Blu, ed ai programmatori del portale che ci hanno dato questa riserva di caccia, gratuito oltretutto, dobbiamo questa grande possibilità.
Ed io per primo, visto che sono quello che maggiormente ne ho fatto uso.

Ciao
Luigi

il 28/06/2002 alle 20:47

non è riduzionismo nè passaggio a masturbazioni mentali :-)
questa è la seconda di due che ho mandato nello stesso giorno e va ad essa collegata.
cmq sia, la domanda che mi son fatto e che rivolgo a voi ( avrei dovuto aggiungere alla fine un punto interrogativo mi sa )...
è questa: dove ci troviamo noi su poetic house e cosa facciamo?
Sulla precedente ho chiamato questo sito l'"Isola che non c'è":
perchè ha consistenza in quanto è composto dalle presenze vive di ognuno di noi...ma è anche un luogo che non esiste e per di più uno strano mondo a sè pieno di...parole, di ricerche, di prospettive e visioni straordinarie, di sfoghi, di racconti.
E' forse un modo di presentarci le trame interpretative di cui intessiamo le nostre e altrui vite: non saprei, ma in determinati casi ho visto quasi una "fuga" dell'essere qui dentro, come se qui avvenisse una liberazione dell'essere intimo, all'esterno quasi negata.
Prima cosa: ho detto che le parole "sono tutto...e niente"...la nostra comunicazione è una forma altissima di decostruzione e ricostruzione del mondo secondo parametri non più esclusivamente sensibili, ma in alcune poesie si avvicina all'esigenza dello "spirito". Eppure, le sole parole, questo può essere sentito in particolari momenti di sconforto, possono essere solo onde del mare come ogni altra cosa, svaniscono nell'oceano ( e qui ricordo il "cosa cantare...?" )
Seconda cosa: viviamo meglio perchè siamo più sensibili e quindi "cacciatori" di ogni cosa? O viviamo peggio perchè la nostra sensibilità è, in un certo senso, un handicap ( "l'albatro" di Baudelaire )?
Terza cosa: le parole ( io le intendo in senso largo ) spesso si collocano retrospettivamente o si bruciano nell'attimo presente. Difficilmente vanno verso la possibilità di un futuro...
Ultima cosa: eppur tutto ciò non significa che io non continui ad essere malato di parole..... :-)
Ma comunque vi porgo la domanda. E andiamo avanti :-)

il 29/06/2002 alle 10:12

ciao Luigi.
Più "sotto" c'è il commento di John.
Nella mia risposta al suo commento c'è un chiarimento e una domanda.
Mi piacerebbe sapere il tuo pensiero al riguardo...

il 29/06/2002 alle 10:15

1) Dove ci troviamo, mi sembra facile rispondere: è un "luogo" che è anche mezzo di espressione/incontro.
1)bis cosa ci facciamo: credo che ognuno può portare la "sua" risposta, perché non tutti sono qui per lo stesso motivo e con le stesse modalità. E' una domanda che diventa un "di cui" del forum di tempo fa, perché scriviamo, cosa troviamo nella poesia. Partendo quindi da questo, primariamente, cioè: perché scrivi, e poi perché scrivi su PoeticH o similia, la varietà di risposte si allarga enormemente. Innanzitutto, per me, non sono solo parole, come hai detto nella poesia, il nostro essere qui: le parole diventano medianità, veicolo d'emozione e riflessione, quindi esperienza, e questa, volente o nolente ti cambia. Sono riflessione su un tuo moto dell'animo che porti alla tua conoscenza "in chiaro", prima intuizione, poi delineazione del quid, e passaggi successivi che innescano circoli virtuosi di auto/etero comprensione. (almeno, per me). C'è il lato edonistico, vedo se, dato un argomento che mi interessa, riesco ad esprimerlo come momento poetico, vedo, dai commenti, se interessa a qualcuno, vedo se "muove" qualcuno, e già qui non sono più solo parole. Si fa inoltre esperienza delle tipologie umane, in quest'ambito si trova veramente di tutto, dal marcio alla bellezza interiore di alcune figure, non necesariamente "erudite", c'è il logorroico narcisista che inonda il sito di sè a tutte le ore proponendo fior di banalità, ci sono state figure magnifiche di compositori che ora da tempo non ci visitano più, ma sto divagando.
Dici le parole sono tutto e niente... anche il resto della vita reale può essere tutto e niente, non è prerogativa della parola. Solo che la parola, per sua accettazione psichica, viene "ricordata", a livello subliminale, magari, e torna e fiorisce quando meno te l'aspetti. Non mi aspetto una panacea solo dalle parole, ma come tutte le esperienze, le parole possono essere frecce o indicatori di percorsi spirituali e di vita, "aiutano" a costruire, sempre che ci sia nella persona la volontà e la recettività nei confronti del "messaggio". Ma il discorso è estremamente complesso. Dici "fuga dell'essere"... la parola, (la poesia) può assumere molte connotazioni: terapia autogena, momento di concentrazione, esibizionismo, veicolo dello spirito, aggressività, amore, sperimentazione formale/concettuale. E' ovviamente legata anche alla esperienza personale.
Molti dicono che la sensibilità fa vivere peggio: io dico che non è la sensibilità a far vivere peggio, (forse quella indirizzata solo verso il nostro ego, se sei sensibile anche agli altri, ti costruisci, come persona) ma la nostra capacità di capire e rapportarci alla vita, e la sensibilità è il primo strumento che muove alla conoscenza, poi quello che ne fai della conoscenza sta solo a te, esserne schiavo o padrone. Io mi considero sensibile, molto, chiaramente sono recettivo, una cosa può ferirmi, posso sentire amplificato il dolore del mondo, ma la conoscenza mi dà gli strumenti per reagire e plasmare il mio destino e quindi realizzarmi e sentirmi superiore alle banalità quotidiane. La conoscenza è la prima spada che ti permette di vincere tutte le battaglie.
Le parole non hanno futuro? se rifletti un attimo...
"gnosci te ipsum", "Ama il prossimo tuo", e milioni di altre perle di saggezza hanno superato i millenni...
Chiudo perché forse ho detto troppo e non tutto in tema.
Ciao, Blue, e continua a scrivere. Tu non sai perché lo fai, ma lo capirai.
Un abbraccio
Axel

il 29/06/2002 alle 11:49

Sai, blue, poetichouse non è un luogo per cui si scrive, ma dove si mettono i propri scritti, un contenitore da condividere con gli altri e dove prendere le proprie poesie e quelle degli altri, quando vuoi nel tempo.
E i propri pensieri ( e per me sono sacri i pensieri di tutti ) non vanno mai criticati con disprezzo, come purtroppo vedo fare spesso. E se ti fai un giro in mezzo a tante poesie di tutti, tu non troverai mai un mio commento negativo su nessuno, perchè vorrebbe dire che il mio punto di vista è superiore al suo. E questo se permetto, lo lascio ai saccenti, che ce ne sono sin troppi.
Per il resto, da " buon masturbato mentale" e " logorroico narcisista che inonda il sito di sè a tutte le ore proponendo fior di banalità", mi perdonerai se il giudizio finale lo lascio a chi vuol leggermi senza censura e se vuole dialogare con me" sempre a tutte le ore".
Inutile dire che il tuo commento a "Dietro i vetri" che ho già letto, è sprecato, vista la banalità dei miei argomenti.
Però ho piacere di trovare tanti "Banali" come me dove pubblico e dell'ottimo dialogo che ho con tutti ( beh, quasi tutti ).
Quando ti va scrivimi.

Luigi

il 29/06/2002 alle 13:08

Vi ringrazio per i vostri commenti.
Sono stati davvero preziosi ed è stato davvero un piacere parlare con voi.
Le vostre definizioni sono state molto, ma molto belle...
in attesa delle vostre prossime ispirazioni...
anzi delle vostre prossime vite :-)
un grande saluto

il 29/06/2002 alle 16:42

In accordo, ma...
può anche non essere l'assoluto.
Può anche essere il bisogno tragico di vera Bellezza.
Attraverso l'Altro da noi.
Bellezza o no, è qualcosa che manca, comunque.
( ricordi l'Eros platonico? )
Altrimenti non avremmo bisogno e non saremmo cacciatori
:-) ciao !

il 29/06/2002 alle 17:03

ciao blue hai avviato una discussione alquanto intelligente ed interessante alla cui sento di voler lasciare la mia umile testimonianza.
Ho letto i precedenti messaggi di axel e marcojohn e devo dirti che la mia ideologia di poesia si avvicina molto a quella di Marco. Scrivendo cerco di lasciare su carta alcune sensazioni che (forse) altrimenti non sarei capace di esternare.
Con la parola scritta penso di poter testimoniare molto più sinceramente le sensazioni che mi spingono ad iniziare un poesia.
Scrivendo sento di sentirla mia...quando la idealizzo, quando la faccio viva, quando la spingo ad uscire dallo stomaco o dal cuore.
E vorrei che mai finisse questo lavoro, perchè altrimenti una volta terminata, so che non sarà più mia, ma di chi vorrà farsela propria.
E' una sottile forma di gelosia, che penso sia tipica di chi scriva, quella di godersela fino in fino, fino a quando non si decide (a volte a malincuore...è il mio caso) , di esternarla.
Certamente poi subentra una piccola porzione di narcisismo che quella non manca mai allo scrittore,
quella che ti fa sperare di suscitare sensazioni positive a chi la legge,
quella che ti fa sentir in un certo senso un piccolo re,
ma, come nel mio caso,
è molto più prevalente la dichiarazione di possessività quella stessa che mi ha spinto per tanti anni a nascondere i mei scritti se non addirittura a cestinarli.

la sensibilità:
mah, io non saprei dirti se viviamo meglio perchè siamo più o meno sensibili, ma posso sol dirti che ciò ci aiuta ad affrontar discretamente situazioni quotidiane ed a dar nostra testimonianza a chi ci è vicino. Ti dico questo perchè posso portarti una mia esperienza personale.
Quando decisi di far conoscere alle persone vicine la mia passione di scriver poesie (gente fino ad allora ignara di ciò),
notai con mio piacere soprattutto i miei figli più grandi, molto interessanti a questo,
a tal punto che ho iniziato a vederli sotto prospettive differenti. Son riuscito a carpirne alcuni lati fino ad allora a me oscuri.
Ho iniziato a percepirne le sensazioni, ho iniziato a guardarli con occhi "sensibili" (appunto).
E tutt'ora che in un certo senso ho involontariamente aperto loro la strada di questa esperienza, mi sento come realizzato, come se lo scopo per cui scrivo fosse d'un tratto comparso davanti a me.
Non credo di essere presuntuoso affermando ciò, ma la mia sensibilità è stata una scoperta anche per me...oltre che per loro.
Oddioooo...vedo che mi sono troppo dilungato ed alla fine non son riuscito (neanche stavolta) a dire ciò che era di mia intenzione...(almeno credo)...
Forse se vai nella mio account a leggere "Mai avrà fioritura" avrai un quadro più ampio di quello che volevo intendere sul perchè scriviamo...
Ti saluto....a presto
Marco

il 29/06/2002 alle 17:12

Sono pienamente in sintonia con ciò che hai scritto Luigi e mi permetto di aggiungere che nessun testo dever esser trattato o commentato negativamnete ma apprezzato per ciò che può rappresentare per lo scrittore...
un salutone..a blue e azl!
;-)
M'

il 29/06/2002 alle 17:15

se però pensi che ho fatto solo un commento a blue e detto il mio parere...

In vita mia non ho mai insultato nessuno e non rispetto chi lo fa.
Quì siamo degli ospiti, mettiamo le nostre idee i nostri pensieri la nostra voglia di amicizia. Che senso ha insultare.
Voglia di prevaricare ? E che cosa ? Tanto ognuno resta della sua opinione poi.
Sono quì da 10 mesi circa ed escluso qualche anonimo, sto sullo stomaco ad una sola persona.
E perchè ?
Non lo leggo, non lo commento, sto lontano dalla sua vita. Che altro dovrei fare ?
Chiudere con poetic ?
Credo che ci voglia ben di più della sua opinione per farmi chiudere col portale e con lo staff, con cui ho un buon rapporto.
Banale parlare di sentimenti ? Beh, io so fare solo quello. Scusate tanto.

Luigi

il 29/06/2002 alle 19:59

Ehi...
Il tuo commento è stato molto gradito perchè gli hai dato anche la consistenza di un fatto vissuto che mi ha piacevolmente colpito.
Così pure ho letto "Mai avrà fioritura"...e devo dire che era davvero molto bella.
E' un peccato che le poesie scritte tempo fa si perdano poi...diventa difficile recuperarle ( certe volte addirittura attraverso l'account...ho dovuto impostare la ricerca sul sito ).
Devi scusarmi, comunque, per la brevità di questa mia risposta ma sono stanco ( sono passato mentre controllavo le e-mail ) e onestamente sono sbalordito perchè non pensavo di creare un "forum" così ampio dato che la domanda iniziale era nata da un'altra domanda di John.
Sono comunque davvero contento: è stata una bellissima occasione per incontrarci e per capirci.
Spero davvero ce ne siano altre...
un caro saluto e grazie della tua presenza

il 30/06/2002 alle 00:40

Luigi, forse hai frainteso ciò che ho detto.
Il mio discorso è in generale. Non mn piace entrare (e non voglio farlo ora) in problemi personali che nn mi riguardano. Volevo soltanto sottolinere che qui come in qls altro posto, non è gradevole notare commenti cattivi e il più delle volte offensivi. E' bello invece comprendere lo stato d'animo che ha spinto lo scrittore a comporre ciò che ci ha regalato.
OK????????????????
:-)))))
M'

il 30/06/2002 alle 12:54

... e neanche io ho risposto a te solo, Marco, e se guardi bene ho parlato al plurale.

il 30/06/2002 alle 14:03