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Pubblicata il 27/07/2001
E penso, sempre penso al momento del non più pensare, non più soffrire di questo conflitto, di questo corpo che si protende nel buio della mente, tra flussi, riflussi di materialità idealizzata, di due corpi, uno spirito, quando allora ci si amava, e forse solo adesso il dubbio non lascia tracce, come l’onda di questo mare sulle orme di una spiaggia battuta dal freddo spirare di un vento d’inverno. Bianco e nero, un chiaroscuro su questo paesaggio melanconico, e di nuovo sprazzi di luna pallida, di nuovo un’alba troppo lontana, chiedere forse e desiderare la fine.
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