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Utente eliminato
Pubblicata il 24/06/2002
Il tonfo dell'una e mezza
tarda tre sigarette,
corta foresta disciolta
da un drappo di ruspe equestri...
Cos'è? Uno scherzo?
Marciume di terra abbattuta
da truppe in carcasse da un euro,
tornado di voci sobrie e pigre,
branca del giorno in vetrina...
...Dicevo,
il tonfo dell'una e mezza
tarda tre sigarette,
m'attende solo, senza facili elogi altrui...
lo annuso masticare il rumore,
farne ciò che vuole,
giunge vasto e inaspettato
quando di balzo il silenzio cambia dottrina
e la notte si arriccia fauce ferita...
mi spaventa...
già un'ombra appare nel riflesso di un vetro,
è l'ala d'ogni udire invano,
ha sette corvi nella faretra,
o forse sono solo tre e mezzo
come il respiro del mondo...
(estasi e follia)?
Devo riuscire a coglierne il senso
anteriore al risveglio del sonno,
barba d'aria stagna.
L'immagine è ferma,
come senza tempo...
come sazia di movenze bugiarde...
E' dentro me?
O sono io fuori da me?
O ancora:
è dentro me?
O sono me fuori da io?
Una musica mi para le spalle...
anello di specchio del tempo,
lo sguardo vecchio
saluta con mano movente
di bambino in silenzi mancini.
Sono al confine,
davanti, un muro,
appare in forma convessa...
mi giro...
la porta aperta ad ore cinque
sfida il fuoco ad ore sette...
Vacillo, mi piego...
Sto agendo?
Sto ricordando?
Sto essendo?

In fondo riuscimmo a fuggire...
la guardia sparò ingarbugliando il tempo,
mi colpì ma non valse al sogno.
Rimasi solo quando il leone
(ricordo di nome Alaska)
si lanciò dal finestrino
torcendo la bruma alla gloria suprema...
la macchina sbatté
e al resto pensarono loro
(sangue compreso).

...D'allora vagai solo,
ricordo a malapena
che la guerra mi raggiunge...
morii per mano americana
luoghi dopo...
non volli il tempo per tradire...
Ho evoluto in un rumore
la parte migliore di me stesso,
ho piumato in solitudine
una voce, qualche birra e una vita
ed ora, sveglio di fine,
m'adombro a morte,
mi riprendo i miei diciannove anni
e li punto entrambi sul ventisette,
ma sto mentendo...
mi sfioro la mente
con un calcio piccino
e non basta una sconfitta
al restante d'eterno.

Il tonfo dell'una e mezza
stasera è rimasto in silenzio...
forse
tarderà tre sorrisi.
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Non so bene perché, ma qualcosa continua a colpirmi, al cuore e allo stomaco, nel leggerti.
Anche in questa. E la rileggo più volte, nello stesso tempo affascinato (non entro in dettagli su stile creativo e forme espressive di forte impatto emotivo) e turbato. Impressioni contrastanti e intense le mie.
Come quando ascolto Jimi Hendrix.
Gran bella poesia in ogni caso.
Ciao.
Max

il 24/06/2002 alle 12:54

Sai già che mi è piaciuta molto, questa tua, come la maggior parte di quelle che hai fatto.
Anche questa comunque ha una sua personalità, sembra un quadro astratto, ma con i suoi colori e forme, individualissima!
Ciao
Axel

il 24/06/2002 alle 20:15