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Pubblicata il 14/05/2007
“Irrobustito troverà sorgiva”

I

Rema stento e vetta mare è a riva;
a l’arida aria, smarrisce marci grani
marci ai piedi di pietra; buco a lato,
buco incolore quell’acqua che manca:
ma vivo; gambe svela nella lanca
di sale sole e crini radi; il fiato
l’anche, smunti a reggere ‘l tronco: mani
vela poco corpo; al collo arriva
vena violata lunga; il viso svelle
pelo bronzino; le labbra: lamelle
riarse: tempie cavate occhiciglia:
- presa nella pancia là la morte figlia -:
misuratala la vista s'incomoda
scorge un astuto di sagoma comoda

II

che fionda, blocca, da svelto s'accomoda
le granfie, poi tardandosi raccomoda
non è fame rifila nella maglia;
male l'essere quella strada taglia
mezzi denti verso le carnicelle
verso di sangue per le vene snelle,
rasente terra sente la saliva
scende buio d’odori lunghi piani
sa come buio scende piano arato;
senza, senza forzare viso, sfianca
trabocca, là, nell’interiora manca
cavando avidamente, di filato,
riavendo imbrattandosi tra brani:
si legano, un ossetto fa da piva

III

straccia di denti sentendola viva;
s’alza tenendo ‘l capo, l’arti sani,
gli occhi schiude di rosso ramato
ascoltandola l'ellisse che sbranca:
musica d’una sera scura, bianca;
nelle viscere crude novo nato
d’un gioco vivido di forze immani
trascina cibo a una pianta lasciva
largo s’appoggia svanendo storielle.
Alba ridesta le carni animelle,
occhi coglie fessure nella maglia;
la bocca d’insetti sui resti sfaglia
ancora, con la rabbia; ma calmo, scomoda
la carne, svanisce da legna scomoda.

IV

Viene lesta piovana fin che comoda
sveglia l’essere: lascia terra comoda:
busto in ginocchio salto sulla maglia
diritto sulle gambe acqua ora staglia
forte dall’alto: le mani palelle
sui peli del viso labbra di felle:
secca di sangue forza rediviva
cola, lasciando che schiena risani;
sbarcando nel primigenio cordato
fisico conserva ma senno arranca
di buona sorte ospite la lanca:
con altre zampe pasto lavorato
acqua ferma verdi fogli mediani:
“irrobustito troverà sorgiva.”
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Lunga ma originale.Ciao

il 14/05/2007 alle 12:49

Ho voluto forzare sinerisi, endecasillabi
sdruccioli ecc. e si è allungata.
Lieto che abbiate apprezzato, Salvatore Di Somma

il 14/05/2007 alle 13:20

Che bello, Calogero ha detto che qua e là c'è talento sono commosso; non ho nulla da spiegare,
quei termini tecnici erano rivolti a bibamus, per dirgli che ha ragione quando dice che è lunga, ma per vezzo sperimentale l'ho lasciata così e poi la rima a circolo è una mia composizione fatti il conto:
A
B
C
D
D
C
B
A ecc. continua tu.
Ah guarda che si scrive "Sineresi"

E anche sul più alto trono del mondo non siamo che seduti sul nostro culo» (Montaigne)


il 14/05/2007 alle 19:59

esperimenti..anche le mie "egoismo umano reversibile" e "vortice di stanchezza"..

questa mi ha lassato un pò meno..
:=
g.wellior

il 14/05/2007 alle 20:32

Meno! ma l'importante è smuoverla la fisiologia

il 14/05/2007 alle 21:42

L'egoismo non può essere reversibile come non può esserlo la minzione la defecazione, rientra tutto nel quadro fisiologico; noi abbiamo codificato erroneamente l'egoismo come distacco: è tra le più pure convenzioni.
"vortice di stanchezza " mi pare un semplice ossimoro neanche incisivo. SDS

il 14/05/2007 alle 21:50

Certo che lo permetto, quando mi dicono: ma l'hai scritta tu? (non solo questa ma tutte)
per me è il più grande complimento.

Un refuso può capitare a tutti allora tu copi senza nemmeno sapere che copi: bravo.

Per quanto riguarda g wellor il fatto è che se anche fossero venuti a me quei versi non li avrei usati perché non li trovo incisivi questo è tutto Caro Calò

il 14/05/2007 alle 23:05

"Sinerisi" è un refuso il termine correto è "Sineresi"

il 14/05/2007 alle 23:21

Mi dispiace che parli così credo che ti prenda troppo sul serio, se non avessi trovato stimolante
e goliardico parlare con te (sai io purtroppo è vero un'arma l'ho, e la uso spesso e è l'indifferenza
arma che non uso con te.) non l'avrei fatto. Per me la poesia è gioco
e poi a me spesso, i componimenti vengono di metri e metri quindi, mi metto: taglio e cucio e sposto e critico apro chiudo riapro con chirurgica passione quindi anche quando dico che dei versi non sono incisivi (mio parere) è perché li sento come miei perché la poesia la sento mia e vorrei che tutta la poesia che leggo mi facesse venire i brividi ma non è così: poco pochissimo è poesia e c'è differenza tra un poeta e l'altro molti non si potrebbero chiamare nemmeno così, figurati che le parole poeta e poesia le sto odiando. Nel mondo ogni anno si decide chi sia il poeta più bravo una ragione ci sarà (e c'è). Quando ho cominciato a appassionarmi alla poesia sono andato in libreria e tra tanti poeti che sfogliavo e leggevo ho scelto per primo Campana e poi Quasimodo e Montale; li ho portati a casa con me, ho cominciato a leggerli e poi di conseguenza ho cominciato a prendere informazioni, su questi poeti, che conoscevo solo per qualche reminiscenza scolastica (ma ce ne erano molti altri in libreria che sapevo per via della scuola) e ho scoperto che Quasimodo e Montale sono due premi nobel.

il 15/05/2007 alle 01:00

Ora a prescindere che questa cosa è capitata a me converrai che qualcosa vuole dire. Tu dici che non sei colto che significa? Montale e Quasimodo e Campana si sono formati in proprio. Non so che titolo di studio convenzionale tu abbia ma come si è capito io ho una semplice terza media e figurati che sono stato bocciato in prima media.

il 15/05/2007 alle 01:13

non esistono ore indecenti le ore sono fiori di sambuco.

il 15/05/2007 alle 03:41