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Pubblicata il 04/05/2007
Il mio paese
ora giace su strade rifatte
che una volta si perdevano
nel fango dei campi,
ed era luogo di streghe, orchi
e folletti, dell'uomo lupo,
d'uva e pannocchiette da rubare,
di bacchette di dulcamara da masticare.


Ora è di nuovo inverno
con la mia età di foglie morte,
nenie di tramontana che non suonano
più ocarine sbeccate e pettini
con la carta oleata.

Più non si specchiano i nostri musi
nella fontana ormai interrata.

Chi resta?

I vecchi partirono tutti sul carro
di Trabacchin ma era sorella Morte
che guidava, nessuno si fermò lungo
la calle ed anche tu madre non ti portasti
dietro nulla se non l'amaro del vivere.
Il mio paese non ha più fossati dove
saltavano tinche e rane cantavano
ossessionanti Amori,
pioppi che toccavano il cielo dove
ci si arrampicava nella nostra beata
incoscienza.

Ti ho pianto tante volte.

Ora sono rimaste recinzioni ed inferriate,
cartelli e cartelli di passi carrai,
di divieti di sosta.
Nessuno più ti chiama dentro a bere
un mestolo d'acqua, non ti dà una sedia
per rimanere seduti fuori a parlare,
nessuno ha più voglia di prestarti
una tazza di farina, una scodella di latte,
un sorriso che non costa nulla.

Il mio paese.

Ora la nostra generazione si prepara a lasciare
il posto a giovani che non sanno più giocare
a lippa ed al giro d'Italia con i coperchietti.
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ti ringrazio per avermi letto e per il giudizio...penso che 89 voglia dire che hai soltanto 18 anni...gesù
com'era bella quell'età anche se avevamo così poco
di superfluo, c'era il necessario e tanta e tanta voglia
di ritagliarci un nostro spazio, fare progetti, con l'Amore da scoprire soltanto un po' alla volta, con leggi e valori da rispettare...ormai sono già vecchio, nonno, ho due nipoti ed è sempre più difficile riconoscermi in questi tempi di caos...
non sono però uno che si rifugia in quei tempi, che rimpiange, tanto non possono più ritornare...ogni tanto è bello illudersi...ciao...grazie...gianni vivian

il 05/05/2007 alle 18:27

Il senso di appartenenza ad un luogo si coltiva con i rimandi al vissuto personale o familiare.
Tu riesci a farlo alla grande, mentre ti rammarichi per quanto la nuova generazione non ha mantenuto di certe esperienze semplici e genuine.
Un caro saluto, mati.

il 05/05/2007 alle 22:13