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Pubblicata il 29/04/2007
Giungi subdolo
nell'attimo di sospensione catatonica,
m'accorgo del tuo prolungato digiuno,
ti avventi come falco a ghermire
la mia sopportazione,
il mio abbandono,
ti fai carnefice sulla mia carne
sul mio spirito che forse si stava
rassegnando, riapri la vecchia ferita
infettandola di sofferenza,
di penose sensazioni.
Maramaldo
mi uccidi ancora una volta.
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m'è sembrato di leggere una poesia .... medievale ma come visione
una bella descrizione di emozioni e ricordi

il 29/04/2007 alle 22:03

Ritorna a colpire coi suoi strali e la fatica per superarlo si fa sempre più forte.
Un saluto, sperando che le tue giornate diventino più serene, mati.

il 30/04/2007 alle 12:13