sussurrare nel freddo pungente
le mattine di novembre
con accesa verità
gl'occhi scavati
nel viso smunto
i corpi sbilenchi
dondolano nel marciare
violacei da troppo umido
aggobbati da frenesie
e buste troppo opulenti
lì a sputar vomito
nelle pozzanghere d'inverno
mentre scalciano nei ventri
angeli dissacrati
nei pensieri miei
già in divisa
torturando menzogne
s'affrettano a canticchiare inni
con in mano
mine e fucili
altolà.