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Pubblicata il 14/06/2002
Urlo,
che violenta il silenzio della sera.
Pianto,
disperato di bimba.
Voci,
parole che si atteggiano a domande.
"Quando potrò rivedere mio padre morto?"

Pianti,
singhiozzi senza tregua.
Telefono che squilla,
ormoni che vagano ad eccitare corpi,
e menti........ dementi!

Anime senza energia,
vite senza abbracci,
carezze che nessuna mano potrà più dare.

Urlo,
"Quando potrò rivedere mio padre morto?"
Chi le spiegherà del cavatore di vite?

Suoni,
cacofonia di rumori senza metrica,
pianti,
solo pianti, sempre pianti.

L'urlo sale,
il silenzio del padre è spettrale,
inerme,
osservo ed inizio a scrivere una poesia,
vorrei che si trasformasse in preghiera,
non serve altro
al papà morto di stasera.
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