Quel cucire fino a tardi
ritagli di vecchi copertoni
su ciabatte di feltro,
le tue gambe dure dal freddo
su quello scaldino dove agonizzava
un pugno di brace e la candela tremula
disegnava ombre di sogni volati via...
Quel rammendare,
tappare tutti i buchi sui calzini del babbo
bruciati dagli spruzzi della soda caustica
del reparto S della Sava,
rivoltare colletti di camicie in carne viva,
mettere pezze sul culo delle brache
che noi consumavamo come pane scusso
rotolandoci sui campi della nostra
incosciente giovinezza...
Quei pochi soldi
la quindicina di papà che volava via
come passero spaurito,
in tasca aveva solo quelle cinquanta lire
per comperare cinque nazionali esportazione,
ogni mese il terrore che capitasse un'altra
bocca da sfamare, intanto il Tempo macinava
e triturava speranze e noi che diventavamo
grandi, si cresceva,
si fumava di nascosto la prima sigaretta,
tentavamo di tagliarci i primi peli matti
della barba tra occhiate di ragazze e prime
pene d'Amore...