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Pubblicata il 17/03/2007
Figlio
dai grandi occhi che ridono
e dal naso che assomiglia al mio
perchè quella sera non sei tornato?
Ho girato per sette strade,
per sette vicoli sconosciuti,
ho camminato per ospedali accesi
dove di notte il Dolore non dorme mai,
ho strisciato lungo i muri dov'era scritto:
- Boia chi molla!!!-
Ho guardato cieli indifferenti e statici
che non sanno piangere,
le luci del cimitero che danno Pace
e terrore...
La strada è lunga...
Cosa puoi vedere figlio
dai grandi occhi che ridono
e dal naso che assomiglia al mio,
ho visto la mia carne inseguita
da un branco di belve affamate,
ho visto un sentiero di polvere bianca
lastricato di siringhe e lacci emostatici,
ho visto lerci marciapiedi
dove giovani puttane vendono
le loro carni di bambole,
barboni che nulla più hanno d'umano
avvolti in maleodoranti cartoni,
gli occhi assonnati e stanchi dell'autista
della filovia numero 3,
le mani ancora rosee che spaccano cristalli
di automobili per rubare un'autoradio
in cambio d'una bustina...
La strada è lunga...
Ho sentito il mio cuore che si spezzava
come ramo sotto il peso della neve,
il tuo pianto disperato quando qualcuno
ti prendeva la tua automobilina rossa,
il sussultare del tuo corpo quando nessuno
capiva il tuo tormento, ho visto
l'accampamento degli zingari,
il tuo viso attorno al fuoco,
il nido vuoto d'un passero
sotto gli artigli della civetta,
l'ossessionante ringhiare della tangenziale
come urlo disumano di folla in delirio,
ho sentito tutto il peso d'essere padre,
pesanti catene di schiavo,
ho sentito addosso tutti gli sguardi
indagatori di ipocriti e perbenisti
che mi condannavano senza pietà...
La strada è lunga...
Cosa ti hanno fatto figlio mio
dai grandi occhi che ridono
e dal naso che assomiglia al mio,
ti stavano coprendo con un sudario
mentre stavano ancora chiudendo la bara,
ti hanno portato via tutti i tuoi Topolino
sui quali ridevi a bocca larga,
le montagne di patatine fritte
erano tutte fredde, molli e scipite,
il tuo motorino lo stavano smontando
a pezzi, chi si teneva le ruote,
chi il motore...
Mi sono buttato nel fiume
ma galleggiavano solo tinche senza vita,
sono disceso nel burrone
ma qui c'erano soltanto stelle alpine agonizzanti,
ho scalato crode taglienti
con le mie mani piene di sangue...
La strada è lunga...
Ho chiesto alla luna di illuminarti
ma le nuvole l'hanno coperta,
al vento di chiamarti per nome
ma l'anidride solforosa l'ha soffocato,
ho chiesto ai ricordi di non cancellarti
ma un velo d'oblio ha ricoperto l'anima,
ho gridato tra i morti vicoli di Pompei
ma la cenere ha di nuovo avvolto tutto,
sono stato sull'uscio della casa di Hansel
e Gretel ma la porta era ostinatamente sbarrata,
sono stato sul Monte Tomba ma c'erano
solo ossa di "Boce del '99" tutti pieni di sangue...
La strada è lunga...
Appena vedrò spuntare il tuo viso
ti correrò incontro per buttarti le braccia al collo
ti metterò al dito l'anello di famiglia,
cammineremo ancora assieme
figlio dai grandi occhi che ridono
e dal naso che assomiglia al mio,
accendete il camino,
sacrificate il vitello grasso,
suonate, danzate, fate festa, gridate di gioia
perchè egli era perduto
ma è tornato...
Piangerò con padre Abramo,
riderò con padre Abramo,
strapperò la preda al dio Ade, ribalterò l'ara
del sacrificio
della tua incoscienza di giovane puledro
ne farò offerta alla mia espiazione,
assieme prepareremo nuovi calzari,
riempiremo bisacce di pane fresco,
otri d'acqua sorgiva,
apriremo nuove pagine della Legge,
ci incammineremo
perchè LA STRADA E' DI NUOVO LUNGA...
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Il tempo dell'attesa è importante, è la consapevolezza che qualcosa si deve tentare per accorciare quella strada di dolore che è lontana e lunga da percorrere.
Un saluto, mati.

il 17/03/2007 alle 23:58

3 parole, ma che ne è una soltanto:
Grande, Grande, Grande !!!
e 5 stelle d'oro zecchino!

il 18/03/2007 alle 00:01

caro ulisse non finirò mai di ringraziarti, sei grande tu...
è stata una poesia dedicata a mio figlio che allora sedicenne una sera si fermò a dormire da degli amici,
era col motorino, non avvisò perchè a quei tempi non c'erano telefonini e ti puoi immaginare come abbiamo
passato la nottata senza sue notizie...sono tutti pensieri
passati per la mente d'un genitore... un caro saluto...
gianni vivian tel. 041 914914 email:gianni.vivian@fastwebnet.it

il 18/03/2007 alle 08:30

mi ha colpito veramente bella,complimenti,un salutone

il 18/03/2007 alle 08:57

ti ringrazio di cuore...ricambio il salutone...
gianni vivian

il 18/03/2007 alle 09:55

fu scritta in occasione di quando mio figlio restò da amici
una sera, aveva 16 anni e non c'erano telefonini, aveva bevuto forse un po' troppo e si era addormentato sul diavno svegliandosi la mattina dopo...ti immagini quello che abbiamo passato perchè era anche in motorino...
ti ringrazio caramente della tua comprensione...ciao gianni vivian

il 21/03/2007 alle 20:28