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Pubblicata il 10/03/2007
Morta,
appoggiata a mè inondi la spalla,
immucolata dal tuo strazio,

tremulo il tuo cuore,
e, poi, un rumore,
come di cuore infranto,
e grida e sbraita e scalcia,
fuori dalla tua bocca,

lacrime, sul ciglio dei tuo occhi,
un caos di delirio,
un suicidio di massa....liquida,
e, cadon dai tuoi occhi,
proiettili di dolore,
assorbiti dall'asfalto,

io, tuo onniscente conforto,
tua colonna portante,
sono il ritrovo, come di "casa dolce casa", del tuo cuore,
io, quell'asfalto che per paura di essere lasciato,
trattiene, con impermeabili pensieri,
i sentimenti per tè,

dolce ragazzaccia senza speranza,
apri gli occhi,
chi te li asciuga possiede un cuore.
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melodrammatica, ma infondo piacevole
ciao

il 12/03/2007 alle 16:38