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Pubblicata il 05/06/2002
Nel silenzio comprendo deserti,
di queste valli che somigliano alla mia vita.
Sorge nel suo primo albore e vaga
nel suo corso immortale,
al vento,
alla tempesta,
l'ora,
e quando poi gela,
corre via,
varca torrenti e stagni,
e stagioni,
poi stanco si riposa quando ginge la sera.
Lacero,
sanguinoso,
infin ch'arriva cola dove lo spazio non ha fine,
immenso orizonte,
precipitando,
il tutto obblia.
Silenzioso sole,
intanto è lo stato mortale,
ma tu mortale non sei.
E forse del mio dir poco di questo viver terreno,
dal tacito,
infinito andar del tempo.
Tu certo sei di quel dolce e caldo amore
ne ride la primavera,
e giovi l'ardore.
Stai cosi muto in sul deserto piano,
che,
in suo giro lontano,
al ciel confina.
Quanto invidia ti porto,
quasi libero vai,
ogni estremo timor subito scordi,
ma più perchè giammai tedio non provi.
Non so quanto tu fortunato sei,
se tu parlar sapessi,
io chiederei.
Bell'agio,
ozioso,
s'appaga ogni animale.
Pregio non ha,
non ha ragione la vita,
se non per te.
Desiderì infiniti e visioni altere
crea nel vago pensiero,
per natural virtù,
onde per mar delizioso,
arcano.
Nel giorno di ogni giorno tornerà sempre
quel paradiso...................
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