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Pubblicata il 07/03/2007
In corsia d’ospedale

Non lo sapevo che sarebbe stata morte
quell'odore acre di corpo che fuoriesce
tutti quei tubi e quelle sacche
e quel contenitore dell'urina
tutto puzzava e mi faceva schifo
a tratti il vomito mi saliva in gola
e imprecavo a quel ospedale
che metteva una ridicola appendicite
di fianco ad un dolore infinto
ad una speranza che gocciolava dai flebo
ad una moglie che in uno sprazzo di luce
dicesti perfida, ed ad un dio
che nella luce successiva piangesti
nel descrivene l'amore infinito
e la gioia unica che ti restava
nel contemplarlo quel amore anche per te
a notte fonda ti medicarono
bianchi camici e verdi e aghi e cerotti
un pezzo del corpo mancava
ed il rimanente si ribellava ai farmaci ed ai medici
e gli aghi conficcati a trovare vene buone
sempre più profondi impietosi voraci
ed io li nel letto accanto con il mio flaconcino
ed il mio poco dolore da curare
ed il tuo dolore scuro puzzolente assoluto
che disturbava pazienti e infermieri
figlie e fratelli e moglie perfida anche
sino a che stesero un pietoso paravento
tra me e te, tra le mie ciabatte che imbrattasti col vomito
e i tuoi tubi i tuoi pezzi mancanti il tuo odore nauseante
un pulsante un display la morfina
dopo seppi lo stadio ultimo del vivere
del soffrire anche, della coscienza del dolore
moristi più tardi, più in silenzio di come soffristi
stavo leggendo un giornale
nessun vento divino, o angeli o demoni a prenderti
nessun buio o veli del tempo squarciati
solo silenzio ed un display rosso
ed una cifra 230 s'era fermata
il pulsante a penzoloni nel letto
il tuo dolore era finito così con la tua vita
senza che nulla ti accompagnasse
solo dopo, le lacrime dei tuoi figli
dei tuoi fratelli della tua moglie, perfida.
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brividi, nn ho nulla da dire hai detto tt tu..........brav
5 stelline, usale come ispirazione.

il 07/03/2007 alle 21:39

Troppo cruda e vera ,benchè bellissima ,questa tua pagina che non chiamo poesia ....quel tuo guardare e seguire la dipartita di un essere umano con occhio critico quasi insensibile forse è un modo per esorcizzare le proprie angosce e paure....così purtroppo si muore tra bisbigli che non si riescono più ad afferrare....

il 07/03/2007 alle 21:43

da brividi,daccordo co gabriela hai fatto una
descrizione veramente vera,ciao

il 07/03/2007 alle 21:59

Dire che sia una poesia è un pò azzardato! Possiamo chiamarlo un eufemistico tentativo di descrivere ciò che prtroppo succede oggigiorno nelle corsie d'ospedale. Comunque una bella poesia, toccante, da brivido, concordo pienamente con gabriella. Un tema insolito e difficile da affrontare in una poesia, ma tu ci sei riuscito benissimo. complimenti

il 08/03/2007 alle 09:23

5 stelline alla tua sensibilita'.
Virginia

il 08/03/2007 alle 13:37

vivere e morire è spavento

il 08/03/2007 alle 20:27

Spero di farne buon uso.
Grazie
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:00

Lo accetto volentieri quell'abbraccio perchè sincero.
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:01

L'indifferenza che rasenta il cinismo, non mi appartiene, la paura l'incertezza e la vergogna di provare sensazioni ed emozioni anche non belle si... la necessità di raccontarle quasi per conividerne il peso, anche.
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:04

Mi è capitato di vivere quello che ho tentato di raccontare, e di provare quello che ho tentato di nascondere.
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:06

Ogni strumento a disposizione per riuscire a comunicare sensazioni io ritengo che sia utile,
Grazie
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:13

Alla mia necessità di scriverne.
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:15

Raccontare di se è incoscenza.
Zordoz

il 09/03/2007 alle 06:16

Impatto visivo ed emozionale molto forte, ma di grande riscontro reale.
Un saluto, mati.

il 17/03/2007 alle 16:53

Un rendere conto della pochezza di cui siamo parte..
Grazie
Zordoz

il 18/03/2007 alle 13:08