E ti offrivo la mia bocca
come sterpo annerito
tra spade e scudisci
in quel gelo affamato
eroico e fatuo.
Era la commozione dell'amore
perso tra cabale e antiche paure
si nutriva di fede
di fantasie passeggere
di carne che bruciava.
Gemeva
come barca all'ormeggio
cigno nero
in quele sere di mezza estate.
E si intingeva di latte di luna
in un concilio sacro tra terra e cielo
e non aveva approdo
nè meta
solo la morte del vivere.