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Pubblicata il 05/02/2007
E ti offrivo la mia bocca
come sterpo annerito

tra spade e scudisci
in quel gelo affamato
eroico e fatuo.

Era la commozione dell'amore
perso tra cabale e antiche paure

si nutriva di fede
di fantasie passeggere
di carne che bruciava.

Gemeva
come barca all'ormeggio

cigno nero
in quele sere di mezza estate.

E si intingeva di latte di luna
in un concilio sacro tra terra e cielo

e non aveva approdo
nè meta
solo la morte del vivere.
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...tra le poche anime scrittrici....che ha la capacità di emozionarmi profondamente. Come sempre complimenti!

il 05/02/2007 alle 09:41