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Pubblicata il 18/01/2007
…sono rimasto a pagina ventitrè
(del mio libro)

L’ho riletto -rigo per rigo-
- parola per parola - per ben tre volte

Quella linguetta giallo oro - che divide
il letto dall’ignoto, è quasi sbiadito-

-con le dita i fili a tessere-

e … rovesciato come una sigaretta
immobile e sempre cullando, là

Il mio volere -uno sguardo fisso-

Fermate la sera, se non prima
se non prima...

Adesso non ricordo :
perché avevo smesso la lettura?

Dei vuoti riempiono il continuo malessere
e quel filo che scende -di dolore- tra gli occhi
che attanaglia il pensiero

scorre come una serpe dentro, dentro…
-è sempre in agguato-

Mi soffermo a rivedere un passo :

“Scenderà l’ombra a chiudere gli occhi
al tempo, se le pagine ti saranno argine”

Respiro, respiro azzerato, secca la gola
riarsa come la fiamma sfumata della carne

-a la flamme-

Un gourmet di bruciato aspiro e non lascio il filo
lo rotolo e trascorro le ore a ripetere
i gesti sul filetto d’oro sbiadito

tra poco sarà lacero in quelle ventitrè pagine
di paura dai polpastrelli consunti

dai gesti meccanici che mi tengono rinchiuso
prigioniero della solitudine
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