…sono rimasto a pagina ventitrè
(del mio libro)
L’ho riletto -rigo per rigo-
- parola per parola - per ben tre volte
Quella linguetta giallo oro - che divide
il letto dall’ignoto, è quasi sbiadito-
-con le dita i fili a tessere-
e … rovesciato come una sigaretta
immobile e sempre cullando, là
Il mio volere -uno sguardo fisso-
Fermate la sera, se non prima
se non prima...
Adesso non ricordo :
perché avevo smesso la lettura?
Dei vuoti riempiono il continuo malessere
e quel filo che scende -di dolore- tra gli occhi
che attanaglia il pensiero
scorre come una serpe dentro, dentro…
-è sempre in agguato-
Mi soffermo a rivedere un passo :
“Scenderà l’ombra a chiudere gli occhi
al tempo, se le pagine ti saranno argine”
Respiro, respiro azzerato, secca la gola
riarsa come la fiamma sfumata della carne
-a la flamme-
Un gourmet di bruciato aspiro e non lascio il filo
lo rotolo e trascorro le ore a ripetere
i gesti sul filetto d’oro sbiadito
tra poco sarà lacero in quelle ventitrè pagine
di paura dai polpastrelli consunti
dai gesti meccanici che mi tengono rinchiuso
prigioniero della solitudine