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Pubblicata il 17/01/2007
Negli antri d'insondabile tristezza
a cui il Destino ormai mi ha relegato,
dove non entra mai raggio rosato
e solo con la Notte, ispida ostessa,

io sto come un pittore che un burlone
Dio condanni a dipingere le tenebre,
dove, cuoco dall'appetito funebre,
faccio bollire e mi divoro il cuore,

appare e vi si allunga e spiega a tratto,
fatto di grazia e di beltà, uno spettro.
Al suo sognante andare, d'orientale,

quando ha raggiunto l'esser suo totale,
riconosco la bella che mi visita:
è Lei! è tutta nera e pur m'illumina.
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introspettiva e... tenebrosa
bravo, complimenti...voto max!!!

il 17/01/2007 alle 21:32

Che tutte le tue notti siano...illuminate!
Bravo, rigoletto; è come vedere finalmente la luce alla fine di un tunnel.
Daniela

il 18/01/2007 alle 13:56