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Pubblicata il 12/01/2007
Esistono momenti di vita in cui impressioni reali creano degli asterischi nel cuore.
Non so se siano solo delle note esplicative di rimando
o dei pensieri in codice,
so solo che ognuno possiede i propri asterischi dolci
o amari di cose vissute.
In un pomeriggio di tristezza,
uno di quelli in cui ogni desiderio svanisce nel soffio di un respiro,
lasciando solo una nuvola di fitti e ironici pensieri,
questo è ciò che avrei voluto scrivere
a tutti coloro che in me facevano scaturire tale inquietudine.
“Questo è il primo messaggio che scriverò,
e anche l’ultimo,
perché il cuore in sintonia con l’intelletto si esprime poche volte in una vita.
Questo è un messaggio (oserei dire) di avvertimento per la tua solitudine,
perché chi è vuoto dentro,
con la presunzione di possedere un’anima colma di buone intenzioni,
presto o tardi vivrà solo con la propria presunzione.
Non si può pretendere di continuare a far del male insinuando la propria malattia psicologica nel cuore altrui,
non ci si può autoeleggere a migliori,
e non ci si deve aspettare da altri comprensione,
se in cambio si è data una manciata di ipocrisia.
Vorrei che sapessi che non sempre sei capace di leggere nell’anima altrui,
molto più spesso, invece,
sei abile nel vedere specchiate le tue ombre scure negli occhi di chi hai di fronte.
Ma…ciò che è peggio
è che non le riconosci,
non le hai mai credute come TUE…
non ti piacciono,
sono difetti che hai rinnegato,
affibbiandoli ad altri come pesanti zavorre alle caviglie.
Tu non li hai curati,
ma solo allontanati da te.
Un giorno però sarai nella comprensione della tua pochezza
e solo in quel momento comprenderai l’importanza
che hanno avuto per te due possibilità,
solo due cadute da chissà dove per farti diventare migliore,
solo due per tenerti la mano,
solo due per superare ogni situazione scomoda,
solo due per imparare ad imparare,
solo due per non sentirti mai solo.”

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