Reo confesso…
Mi pentii: “Ma che fesso!”
Con la massa più alcun nesso.
E da me fabbricai
Il sapone ai miei guai.
Una grata sullo sfondo
Che racchiude tutto il mondo,
Longitudine come incudine
E di stagno latitudine.
E martella il mio cervello
Ma non distoglie dal fardello,
Una chiave ho da trovare
E lo stagno modellare.
E modellare il mio pensiero
Io non voglio che sia vero!
E tracciare con l’equatore
Un piccione viaggiatore.
Che si trasforma, prende vita,
La parete non è più finita…
Apre le ali e spicca un balzo
Verso un mondo ormai scalzo.
E ancora per di fuori,
fendendo viluppi di colori.
Vedo il niente, vedo il tutto
Vedo un buco e mi ci butto…