Ciao,
eccoti qui finalmente –calma-
volevo parlarti di filosofia ma
il vento d’ottobre è vicino
ed ogni cosa stempera –siedi-
arrivano altri amici –belli-
Non puoi provocare gli dei,
i templi sacri si rivolteranno
e specchi per anni sette neri
-rotti- al male instradano
Non devi stare sempre aldilà
del filo spinato, dove il caldo
sibilo delle pallottole prega
il sangue rosso di bagnare
corpi innocenti assassini
Siediti e mostrami il foro
delle dita laddove fuoriesce
il veleno blu nemico -macchia-
E’ facile ciarlare da lontano
mentre si soffre al fronte
ed ogni cosa pesa sul domani
Non capirai ciò che ti dico -adesso-
ché offendi e sputi dentro piatti
di porcellana bavarese –estera-
Così sei tu di passaporto -sito-
sul gommone, approdi meno
rischiosi avresti rincorso –onde-
e continui a non capire –eppure-
la cena è già finita tra sorrisi
liriche e lunghi applausi –a te-
ripudiata…
mentre l’ultimo sparo sbotta