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Utente eliminato
Pubblicata il 18/09/2006
Sfuggono i venti alla sorte
e mi sputano in faccia
la vita che resta
tra cadaveri d'arte
e sonagli
che gonfiano l'anima,

dorme ancora il cappio di gloria,

noi, i figli di buk,
appesi all'orgoglio,
i figli della strada,
occhi in cancrena
e vita lontana,

dorme ancora il cappio di gloria

e i poeti sono polvere
e stelle di sangue
e vulcani, fiori di carne
e mistero.

Una farfalla cade, obliqua,
tra fossi e gialli acquitrini
e luci sciolte
sotto il lucernario
e dannate chimere sepolte
nella terra che succhia
le ultime preghiere di un uomo
che torna;

ho sfidato
con denti di miseria
la litania che brucia i guerrieri:
ride
la terra nera che mi nacque
in un rigurgito
di rabbia e vanità,

ma il passato non cambia,
come certi uomini,
e schiaccia
chi non salta lontano
i suoi sogni,

mentre un ragno
divora lento i colori.

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una poesia affascinante. Ciao. Marina

il 18/09/2006 alle 11:35

Tanti spunti per riflettere sulla vita.
Ciao, mati.

il 18/09/2006 alle 11:40