M’è caduta in testa quale cornice
attaccata disperatamente in tela iuta
ormai non la guardavo più –vecchia-
Era ammuffita la polvere nera –germi-
che urlavano ai venti fermi in secchio
disfarmi di quel bianconero flash
-volevo-
Ma la rabbia dei colori smorti venne su
e cadde come un ramo secco sul mio capo
e c’ero io ancora in calzoncini e mio padre
e c’era la madre, mai dimenticata –viva-
Ed i fratelli messi in fila indiana –cinque-
e dietro, una casa fatta di miseria e tufo
nel dopo guerra quella foto il ’51 biondo
fatto di fragoline e zuccheri in cubetti
di mandorle nascoste nei cassetti antichi
-rubavo- fichi
Ma era tutto mio quel bel giardino a sbalzo
E la discesa in bici dal dirupo, “ahi le mani!”
Gridavo legato in carrozzina e giù dabasso
tra smorfie e graffi e urla disperate –collaudate-
quando mio nonno col bastone, scalzo
ci disperdeva lungo i sentieri e tra i banani
…risat’amari ammenz’e limunari…