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Pubblicata il 17/09/2006
M’è caduta in testa quale cornice
attaccata disperatamente in tela iuta
ormai non la guardavo più –vecchia-

Era ammuffita la polvere nera –germi-
che urlavano ai venti fermi in secchio
disfarmi di quel bianconero flash
-volevo-

Ma la rabbia dei colori smorti venne su
e cadde come un ramo secco sul mio capo
e c’ero io ancora in calzoncini e mio padre
e c’era la madre, mai dimenticata –viva-

Ed i fratelli messi in fila indiana –cinque-
e dietro, una casa fatta di miseria e tufo
nel dopo guerra quella foto il ’51 biondo
fatto di fragoline e zuccheri in cubetti
di mandorle nascoste nei cassetti antichi
-rubavo- fichi

Ma era tutto mio quel bel giardino a sbalzo
E la discesa in bici dal dirupo, “ahi le mani!”
Gridavo legato in carrozzina e giù dabasso
tra smorfie e graffi e urla disperate –collaudate-
quando mio nonno col bastone, scalzo
ci disperdeva lungo i sentieri e tra i banani

…risat’amari ammenz’e limunari…
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Interessato alla lettura di questi tuoi ricordi..
Dolcissima l'ultima riga.
Davvero bravo nel proporli.
Ciao, alcide.

il 17/09/2006 alle 10:56

Si accendono le luci della memoria antica e splendono le immagini in un girotondo di ricordi ed emozioni.
Merita di essere stampata e conservata tra le chicche poetiche, grazie, mati.

il 17/09/2006 alle 22:24

grazie Alcide per il tuo interessamento

il 17/09/2006 alle 23:28

si vede che mi vuoi bene
grazie Maty
un bacio...

il 17/09/2006 alle 23:29