Rideva arcobaleni la tua casa
echi di canti in corsa al tuo domani
Tua madre disponeva sulla mensa
segale di parole.
Un girotondo di mani sorelle
ricamava di passi il suo cortile
e scandiva dei sogni la pienezza
nei meriggi d’estate.
Adesso è muta, ha tracce d’abbandoni
tende gonfie di vento sedie vuote.
Il passato s’attarda sui divani
quando cala la sera
Troppo grande per te che ora t’aggiri
di stanza in stanza appoggiata al dolore
e appendi alle pareti i tuoi pensieri
odorosi di sale
Parli con le tue bambole di pezza
quando il silenzio è denso a respirare.
Coltivi nel giardino le memorie
all’ombra dell’acacia.
Nella bruma precoce delle sere
del tuo novembre pallido di lune
richiudi le finestre e presso il fuoco
bisbiglio di preghiera…
"C’era una volta.. c’era
C’era, ma non c’è più..."
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