A te , poeta dell’inferno
che ti elevi verseggiando
come fiore del male.
Forse il mio amo
si è impigliato nel tuo orgasmo
e la corda tesa
che accarezza la tua gola
fermerà il tuo genio ?.
O forse la lacrima
che scende sul tuo viso
è solo l’impronta dell’umana debolezza
a cui non puoi mancare ?.
Le mie parole
sono l’esca che ti ha catturato
dal tuo oblio drogato
dove ti credevi onnipotente
Il mio fuoco è rete
che tesse la tua trappola
e ti nega un’altra ricaduta
Non puoi fuggire, ma a che serve
se qualcuno
ti ha già reso immortale.