Ci sono parole che vengono dette urlando
e vagano all'infinito nell'aria fredda del mattino
nell'attesa che qualcuno le colga con catene pesanti
e le spezzi come se fossero di carta
immergendole nell'acqua e facendole affogare.
Perchè quando queste scendono in picchiata
contro la pelle bianca e tristemente appuntita,
colpiscono senza tregua alcuna e sciamano
per poi ritentare l'attacco e sentenziare la morte
macchiate di sangue, lacrime e dolore.
Ho visto il triste colore del sangue raffermo
sui polsi tagliati d'una lametta arrugginita
presa in mano da parole irriverenti e visionarie
di un mondo fatto d'indifferenza e caldo odio
mentre l'acqua scorreva e riempiva i polmoni.
(3 settembre 2006)