Ho messo al bando gli occhi amanti
e appeso gli astri in una buia soffitta
I canti e le nenie appassionate, spente
per un polimero rigato a solchi stretti
Stridevano gli sguardi ed i sorrisi, spaccati
dai giorni degli indugi sotto i nespoli
maturi
Adesso acerbi come le parole
che di riflesso piovono acide
Amica mia
sulla pelle butterata da semi, germoglia odio
Addio, non fu mai detto
ma il vento sa dove conduce il passo
allo scirocco
e alla tramontana
quando di notte spira alle finestre chiuse,
ardua custodia, la polvere malvagia
Penetra sotto i portoni in quercia, logora zerbini
ed entra nei polmoni ormai sfibrati
Addio, è il sonetto,
e non fu mai cassato
poiché il veleno dei sospetti
nutre gli sguardi che ancora sono miei
Batte forte nel velo dei ricordi, il picchio,
forando col suo becco questo amore
arreso…(-)