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Pubblicata il 27/08/2006
Ho messo al bando gli occhi amanti
e appeso gli astri in una buia soffitta

I canti e le nenie appassionate, spente
per un polimero rigato a solchi stretti

Stridevano gli sguardi ed i sorrisi, spaccati
dai giorni degli indugi sotto i nespoli

maturi

Adesso acerbi come le parole
che di riflesso piovono acide

Amica mia
sulla pelle butterata da semi, germoglia odio

Addio, non fu mai detto
ma il vento sa dove conduce il passo

allo scirocco
e alla tramontana

quando di notte spira alle finestre chiuse,
ardua custodia, la polvere malvagia

Penetra sotto i portoni in quercia, logora zerbini
ed entra nei polmoni ormai sfibrati

Addio, è il sonetto,
e non fu mai cassato

poiché il veleno dei sospetti
nutre gli sguardi che ancora sono miei

Batte forte nel velo dei ricordi, il picchio,
forando col suo becco questo amore

arreso…(-)

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Caro pirro, questa elegia vorrei fosse mia...
Con rispetto, alcide.

il 27/08/2006 alle 15:57

...falla tua
non costa nulla e...
in fondo cura

il 27/08/2006 alle 18:10

Il vento che porta gli addii è un brutto vento.
Arrivederci, mati.

il 29/08/2006 alle 22:02