PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/08/2006
Prigionieri
di liriche esistenziali
scorriamo nella pesantezza dell'essere
privi di libertà, privi di semplicità, privi d'ardore.

Incatenati
nell'oblio di limiti incomprensibili
sperando la salvezza in un corpo maturo,
ancora un po' bianco, ancora un po' marcio.

Torturati
dalle parole assassine di finti amici
ci lediamo le labbra, bucandoci e ferendoci
con ferri e affini metalli, tutto per non ascoltare.

Crocifissi
nei monti della vecchia Grande Guerra
come esseri viventi plastificati, invasati in finta terra,
come monito per i posteri, come monito per i vincenti.

Siamo anime in pena,
che viviono e rivivono questi orridi istanti
contnuamente, come lo scorrere del fango alluvionato
continuamente, fin a che il respiro non cesserà.

Per ricominciare, poi, ancora ed ancora
tra le lacrime dell'Amore, tra gli sguardi dei Curiosi
senza che l'Indifferenza ci colpisca
e senza che nessun muova un dito.
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Ahimè, schopenhauer ti fa un baffo!
Il tuo realismo è un pessimismo molto acre.
L'ontologia di cui ti fai portavoce disegna un'esistenza e un mondo dai tratti irrimediabilmente disintegrati e discordi...
La tua poesia mi piace...il tuo pensiero qui contenuto lo trovo piuttosto angusto per le mie vedute galattiche...anche se purtroppo devo convenire con te su molte cose che dici!
Ma credimi se ti va che almeno nella sofferenza siamo gemelli...

il 19/08/2006 alle 21:53