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Pubblicata il 19/08/2006
Passerà il tempo
e sarai la mia pace
quando piegato
sui miei resti impalpabili
stringerò le tue mani pietrose.

Sarà come nascere ancora,
come tergere un pianto rubizzo,
come spegnere un fuoco freddo.
Sarai tu la mia forza
quando languendo volgerò
le mie spalle alla terra.
Udrai i miei palpiti sordi;
vedrai le mie carni scialbare.

Passerà il tempo
e sarai la mia forza
quando languito
mi sottrarrai alla morte.

Sarà una buona novella,
o un fosco presagio,
un grido sdrucito,
un risveglio.
Coi tuoi occhi
guarderò la mia morte;
con le tue mani
rivestirò la vita.


18 agosto 2006
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