Un'ultima nave ha trascinato chiglie al porto
con le ferite ai fianchi abusati dal tempo
preda di schiaffi ondosi e vento sparigliato
Ancora i chiodi che appesero Gesù ferrato
tra le costole dei fasci abbottonati tra le leghe
s’intravedono a ricordare il sangue versato
di remi spostati a schiaffi di fruste in pelle
Mentre il suo carico di novelle pene trasporta
non per lenire carni ma forse a fustigare anni
appena maturati da fanciullezze sciupate e brevi
Ad ogni sbarco piange in litania una madre
che vende lacrime a diavoli strani che d’angelo
hanno il sorriso e infuocano le vene di passione
quella che tacita per ogni dose l’urlo d’amore