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Pubblicata il 31/07/2006
Sorella Morte


E quando incauta
in un vortice voluttuoso
d'ali e d'artigli
verrai a succhiarmi le labbra
l'infida lingua tua
saprà leccarmi
piaghe d'ansia e ferite
d'aspro sgomento
stimmate sull'animo mio
che disperato
ti bramava ormai insano

In disadorno abbandono
l'alito di suadenti parole
che verrai a sussurarmi
scenderà giù nei meandri
della mia mente rapita
a ridestarvi sogni e memorie
incubi gelidi e resti
consunti d'agonie
vissute e vinte in extremis

Avide l'unghie tue stasera
cercheranno i miei polsi
per sommettermi ignudo alla resa
d'ogni mio impulso vitale
ma nella stretta avvinti
nascerà amara la voglia
d'allacciare corpi e sospiri
sangue e lacerazioni
in un violento ultimo rogo
di sfrenate passioni

Resterà in alto la luna
e gli ululati di belve in calore
grandine e neve nell'aria
e s'alzerà il vento sul litorale
e l'onde verranno a frangersi
gonfie d'orgasmo e d'ira
sui lividi scogli
delle mie spoglie illusioni

E sarà allora
tra le frasche d'un greto
dopo un volo in un vicolo cieco
contro un muro tra i sassi
o sul viscido pavimento del cesso
d'una stanza in affitto
d'un oscuro albergo diurno

Difficile sarà respingere
sull'orlo dell'orrido abisso
il tuo maligno disegno

Vano amplesso incestuoso
Sorella Morte stanotte
non te n'andrai delusa



Caracas, dicembre 2005

* * *
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Bello e azzeccatissimo il connubbio tra sesso e morte... Peccato che abbia già finito di leggerla, sarei andata avanti ancora un pò..;)

il 31/07/2006 alle 11:23

Ti ringrazio per il commento gradito che m'hai lasciato, amica. Di me c'è tanto da leggere e da commentare anche qui in PoeticHouse ...basta volere. Io ho appena letto di te, e della tua solitudine notturna. Cercherò d'andare avanti leggendoti ancora...

Vittorio

il 31/07/2006 alle 15:14

Da qualche tempo vado considerando la morte come un vivido atto di vita, un momento estremo da non eludere, da vivere intensamente, da protagonista. Soprattutto trattandosi d'una morte voluta attraverso il suicidio. Un incontro desiderato, e cercato con passione, quasi un amplesso incestuoso col demone che uno si porta dentro. Quel "Nascita, copula e morte" di Eliot si va a fondere in un unica parola, in un tremendo concetto concentrato in un termine solo: "estinzione"...

Vittorio

il 31/07/2006 alle 15:16

Il commento è più che meritato, ho visto che hai scritto molte cose! Tutte con parole stupende, che io non saprei nemmeno dove andarle a prendere... Scriviamo in maniera diversa, tu sei poeta! Io penso e scrivo di getto con parole un pò scontate...
Mi fa felice sapere che hai letto qualcosa di me... :)

il 01/08/2006 alle 13:22

per un attimo leggendo questa tua poesia mi viene in mente una frase che ho letto una volta in un libro. "e la morte che per un attimo esplode luminosa come la vita"

il 02/08/2006 alle 17:33