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Pubblicata il 24/07/2006
Se così dolci e lente le bracciate
fendono specchi trasparenti d’acque
(è sciabordare lungo sulle rocce
e rompere di spuma alla marina
e in cantilena ipnotica cicale)
il sole preme il sale sulla pelle.
Scandagliare il mistero di fondali
illuminati da scaglie di vita
argentea e dalla fuga dei tuoi sguardi
mille diverse forme in cui mi parli.
Indugiare indolente di parole
quasi stralci di nuvole sospesi
tra l’ali dei gabbiani. Negli anfratti
di ben connesse pietre di quel muro
a secco alle mie spalle d’improvviso
la salamandra guizza e il desiderio.
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