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Pubblicata il 22/06/2006
Di bianco e d'azzurro
oltre il pizzo del ventaglio
l'oblio che tornava a cercar tregua

ed io
ladra di te
avvinghiavo le mani al vento

in quegli argini che aprivano la voglia
in un candido donarsi.

E chiara filava la luna
in ignote follie
in quella carne che si piegava

nell'immortalità
oltre il cristallo del tuo regno affilato.

Ora i versi tacciono
è il tempo della pioggia e del pianto

scevri di orme
senza nidi di sole.

Nel silenzio
di parole non dette.
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Orchidea, non ho parole per commentare....sei sempre bravissima!!

il 23/06/2006 alle 11:00