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Pubblicata il 24/05/2006
L’aria disperde
le grida del matto,
non ride la gioia,
non piangono le sofferenze.
Ed innanzi a ogni giorno
sognando, piangendo, adorando,
ardisco
aspettando la notte silente.
Dai prati
fiorisce la musica delle sfere
quando nell’immortalità,
docile, l’uomo svanisce.
Alla tomba replica,
tremando e disperandosi,
che giorni ho visto,
che brividi ho provato,
che decrepito squallore
intorno alla roccia dell’Eternità.
Il vino dolce del passato
anche potendo
non lo avrei evitato,
distolgo gli occhi
non voglio vedere,
il miglior vino è il più vecchio
l’acqua migliore è la più nuova.
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eppure, amico...tutto il nuovo diventa vecchio, e mai la stessa acqua sgorga dalla stessa fonte...

il 26/05/2006 alle 15:52

Già, è proprio così, come un ciclo che si ripete, all'infinito, questa è l'infinita commedia delle nostre esistenze, fra vizi, virtù, ideologie, l'importante è trovare la giusta fonte di persuasione, grazie per l'attenzione mia dolce squaw

il 29/05/2006 alle 12:01

"Versi pessimistici" Andrea, Io credo che l'umanità è fatta di elementi positivi e negativi.Non possiamo generalizzare. Ogni storia ha una sua valenza particolare. Pertanto,non distolgo gli occhi. Sono fiduciosa, accetto la vita nella sua globalità. Un abbraccio Dora

il 26/10/2006 alle 09:24