PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 24/05/2006
Il tempo degli indugi
è ormai passato,
i sogni travestono
l'atro della notte,
le emozioni infocano
la luce del giorno.
Parlami d'angeli
mandati in adusti deserti,
pronti a raccogliere
insanguinate messi.
Dove eravamo noi?
Mi han detto,
che gli sciamani danzeranno
per tutta la notte
intorno al falò,
ed il mesto lupo solingo
ululerà la sua gelida melodia.
So d'uomini
che traverseranno ampie vallate,
laghi affamati,
e sposeranno donne d'autunno.
Dove eravamo quando il vento gridava?
Ho sentito un uomo
implorare diecimila uomini,
ho visto una donna
ubriaca al mattino;
un bimbo è morto di fame.
Dove saziavamo il nostro vuoto?
L'umida spiaggia
accoglierà il canto d'un poeta,
le sue tristi parole
si uniranno ad effimere nubi bigie,
e cadranno sulla città dormente.
Dove eravamo quando l'acqua plasmava
l'umano specchio della coscienza.
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riconosco uno stile...."musicale"che apprezzo.mi piace le metafore che sfuggono il senso immediato!bella.piaciuta,piaciuta!!!!vega

il 24/05/2006 alle 13:14

forse eravamo nel sorriso della notte
o nel canto chiaro delle stelle
forse eravamo seduti sul fiume
ad aspettare una marea di sogni
e tutto ci è scorso improvviso
distratti...
stiamo perdendo il nostro
paradiso

intensamente bella e viva di grandi metafore
:-))

il 24/05/2006 alle 16:15

bellissime parole. La coscienza, a volte la sepelliamo così in profondo che nemmeno noi sappiamo dove sia andata a finire. Lo facciamo per sopravvivere, diciamo, ma in realtà solo perchè vivere così sembra più facile.
Ma la poesia è la coscienza del mondo. La poesia scrive le emozioni ed esse sono sincere. Si può mentire con le parole, con i gesti, ma gli occhi e le poesie non mentono mai. Sì dov'eravamo noi mentre il dolore sepelliva vite? A guardare ed ascoltare per poi mettere in versi, come te, il nostro doloro.

il 24/05/2006 alle 19:26

"L'umida spiaggia
accoglierà il canto d'un poeta,
le sue tristi parole
si uniranno ad effimere nubi bigie,
e cadranno sulla città dormente.
Dove eravamo quando l'acqua plasmava
l'umano specchio della coscienza."
IL caro amico poeta,ritorna a regalarci belle emozioni.Grazie! Dora




il 25/05/2006 alle 13:13

Ognitanto l'alta poesia fa capolinea a poetichouse...ma non è questo il caso! Con sarcasmo, me...No, aspetta, sto scherzando, adoro scherzare, è il mio mestiere! Questa poesia è spirituale quanto basta per darle mille ed una interpretazione, per questo devo ammettere che va riletta più volte per capirla, ma se noi del popolo non possiamo capirla, che poesia è, per chi, per noi, per te? Ma questo è un problema mio, e te lo voglio far notare perché non credo che tu scrivi poesie solo per gli ermeneuti, o no? Tuttavia, è singolare anche per questo! Adieu

il 26/05/2006 alle 14:42

Infatti questa poesia vuole essere un canto malinconico di riflessione, uso metafore ed uno stile ermetico ma alla fine cerco di condurre l'attenzione su temi noti ma accantonati per il troppo individualismo e la nostra sete di potere, son fiero che la poesia ti sia piaciuta, un affettuoso abbraccio

il 29/05/2006 alle 12:04

Forse non eravamo, non sentivamo il grido disperato di qualcuno che implorava il nostro aiuto, la nostra comprensione, a volte basta anche un semplice sorriso, un pò di indifferenza in meno, talvolta basterebbe solo fermarsi un pò a riflettere, guardarci intorno e sentire le tante voci degli ultimi, dei dimenticati, come proni leoni stiamo seduti sull'umida spiaggia ad attendere che le situazioni ci vengano servite comodamente su un piatto d'oro, dovremmo darci tutti da fare, abbandonare i nostri comodi e condividere i privilegi che ci son stati dati con chi ne ha bisogno. Penso che l'essere un poeta sia una condizione di privilegio, sei un essere illuminato, e devi portare avanti il tuo compito sociale, mettere in pratica i propri scopi e portare la conoscienza reale delle cose a chi continua a vivere con gli occhi chiusi e le ali tarpate dai propri preconcetti o limiti.

il 29/05/2006 alle 12:13

La poesia penso che serva proprio per disseppellire tanti nostri mali oscurati ed accantonati proprio per la nostra indifferenza ed incapacità a reagire, tutti desideriamo una vita facile e fluida, senza problemi ed impegni, ma andando avanti così, ci ritroveremo tutti dei potenziali Peter Pan. La coscienza del mondo viene rappresentata come un'alibi delle nostre emozioni presunte, quelle vere corrono su altri canali, percorrono strade parallele, ma tanti non riescono a ricondursi alla coscienza della reale percezione degli eventi. Solo la sincerità potrà costituire l'efficace antitodo per risollevarci da quest'eterno stadio virale in cui siamo condotti da falsi miti e vuote ideologie. Un sincero ringraziamento per la tua attenzione e riflessione, mi compiaccio che ancora tanta gente riesce in questo, è già una reazione positiva.

il 29/05/2006 alle 12:24

Grazie a te Dora per il tuo affetto e la tua sensibilità, te sei davvero una persona squisita e piena di qualità. le emozioni rivestono l'atro della notte, infocano la nostra quotidianità e ci destano dalla letargia. L'uomo ha bisogno di emozionarsi, le emozioni sono il carburante della vita per poter procedere sulle strade dell'esistenza, mai rimanere a secco se vogliamo arrivare alla fine di tutto. Un caro abbraccio ed a presto

il 29/05/2006 alle 12:28

Vedi? proprio per questo forse ti ritrovi a dover rileggere più d'una volta i miei versi, se le mie fossero state parole lineari, scorrevoli, forse tu come tanti altri non ti saresti soffermato più di tanto. La poesia secondo me deve avere proprio lo scopo di destare la gente, colpire il loro immaginario, suscitare la riflessione, il dubbio. Sono stato sempre attratto dalle idee che apparentemente non abbiano un senso, credo nell'arte ipnotica, con la mia poesia cerco di far entrare la gente in una sorta di viaggio trascendentale, cerco di condurvi in un luogo fantastico, inesplorato, magari per chi non lo conosce, potrà sembrare buio, vuoto, pieno d'incubi, ma sostengo che per ritrovarsi, riscoprire sè stessi, bisogna prima perdersi, smarrirsi negli oscuri meandri della propria anima, e poi scavare, scavare, sempre più in fondo, fino a giungere d'innanzi alle misteriose porte della percezione, che come scriveva l'onirico e visionario William Blake, conducono al palazzo della saggezza. Eccoti raccontato, in sintesi, il mio pensiero, ecco perchè ho scelto questo nome per identificarmi a voi, come lo sciamano di una tribù, vorrei occuparmi della gente con le mie capacità, i miei pensieri, riflessioni, provocazioni, capisci ora? spero di non averti troppo stressato, se così fosse stato, non me ne voglia. Un caro saluto viso pallido, sii sempre fedele al tuo spirito ed attraverserai le lunghe ed ampie valli dorate per ancora tante lune, augh!

il 29/05/2006 alle 12:41