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Pubblicata il 09/05/2002
Il vento della sera ha risciacquato
Questi stessi muri per più anni

Io vi sono approdato, vinto, una sola volta

La stella che regge i miei fievoli
Assalti, mi aveva ancora occultato la rotta

Spoglio di vesti, privo di carte e di bussola
La Fortuna volle sbattermi contro questi bastioni

Sotto l'occhio ululante che regge gli stormi notturni,
L'onda corse a infrangersi contro la prima muraglia

Ed io, aggrappato oll'occhio del ciclone, vidi
In un'improvviso flash di lampade sussultanti
Oltre i piccoli boccaporti dell'immane baluardo di pietra

Vidi - l'occhio ferito ancora da un fulmine salmastro
Per quelle finestre un mondo illuminato di sbieco

Questo mondo si rivelò fatto di tavoli e carte e artiglierie
A miriadi, variamente spossati dal vino,
Che trattennevano il fiato in faccia all'Abisso

Poi tutto s'invertì, e l'onda nel suo volgersi mi prese
E la risacca mi lasciò, molle, ad altri spenti soli
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La tristezza traspare in queste belle parole che nascondono la speranza di un mondo migliore.
Molto profonda e bella...

il 09/05/2002 alle 23:43

cn qnto cazzo di enne tratteNNevano??????????

il 19/04/2017 alle 01:18