Il vento della sera ha risciacquato
Questi stessi muri per più anni
Io vi sono approdato, vinto, una sola volta
La stella che regge i miei fievoli
Assalti, mi aveva ancora occultato la rotta
Spoglio di vesti, privo di carte e di bussola
La Fortuna volle sbattermi contro questi bastioni
Sotto l'occhio ululante che regge gli stormi notturni,
L'onda corse a infrangersi contro la prima muraglia
Ed io, aggrappato oll'occhio del ciclone, vidi
In un'improvviso flash di lampade sussultanti
Oltre i piccoli boccaporti dell'immane baluardo di pietra
Vidi - l'occhio ferito ancora da un fulmine salmastro
Per quelle finestre un mondo illuminato di sbieco
Questo mondo si rivelò fatto di tavoli e carte e artiglierie
A miriadi, variamente spossati dal vino,
Che trattennevano il fiato in faccia all'Abisso
Poi tutto s'invertì, e l'onda nel suo volgersi mi prese
E la risacca mi lasciò, molle, ad altri spenti soli
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