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Pubblicata il 18/04/2006
Mia madre da bambina
si copriva il viso con le mani
ché la sabbia le bruciava gl'occhi
per ascoltare il vento del deserto
come da una conchiglia il mare


e quando ragazzina
attraversò l'azzurro delle onde
aveva in sogno una conchiglia
così da poter sentire il vento
e guardare il mare.


Tante poi ne vide sulla spiaggia
senza che ne potesse prendere una
che di fretta si doveva andare
e non era quello certamente il posto


Che bella la sua casa, Signora
e come sono belle le sue conchiglie!
Ma non sono tue, le disse la padrona
dovrai solo pulirle e lucidarle e
bada bene che non ne manchi una.


E così mia madre ogni giorno
pulì e lucidò conchiglie che non eran sue
e tutte lei le amava e a tutte diede un nome
ma nel cuor suo una sola lei stringeva,
la più piccola, la più fragile ma ancor più bella.


La chiamò come l'eroina del romanzo
che ogni notte lei leggeva al lume di candela
di nascosto ché le serve leggere non sanno.

E quando nacqui io, frutto dell'amore
mi vide così piccola e così fragile
che mi diede il nome del suo sogno


Questo mi raccontò mia madre
che ancora ero bambina
quando una notte il vento
fischiava così forte
che la risacca bagnava le sue ciglia
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è tenerissima...un saluto, sol

il 18/04/2006 alle 09:16

Cuor di mamma dolcissimo, brava un abbraccio nadia

il 18/04/2006 alle 17:10

Ha il sapore di una favola, bella l'immagine della mamma, ricca di tenerezza e di sognante malinconia, un caro abbraccio, mati

il 18/04/2006 alle 22:37

...poesia impostata a novella scritta piena di tenerezza....e le conchiglie che venivano curate ogni giorno e coperte di affetto per la persona amata fino a creare la conchiglia che più avrebbe amato, il frutto dell'amore che divenne poesia . brava ileana piacevolissima poesia un caro saluto franco

il 18/04/2006 alle 22:57