ll malore dei tuoni
bussa di sguardi
specchio diamantino
di cristalli finti e
massi di ricordi
mutano come diga
in piena
Acqua cheta fiorentina
al traboccar de l’Arno
coi livelli di fanghi
parlano per te
Raccogli l’acqua
nelle botti per appagare
voglie amare
Amare come voglie
e desideri , bimbe spoglie
di gioventù trascorse
a contrastare all’uomo
un potere senza
alternanza alcuna
E’ il tuo, il mio
la stessa firma in calce
bagnata nell’umido
Olezzo del baccalà
disfatto al minimo calore
finito dopo acida pioggia
in sole lacrime a mare