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Pubblicata il 09/03/2006
Bussarono, era notte.
Colpi sordi lacerarono il silenzio,
è ancora presto pensai, non può essere lei
esitai, ma infine domandai chi fosse, nulla,
solo il battito ritmato del mio cuore che accelerava.
Qualche istante immobile poi tornai indietro,
fu proprio quando mi voltai che riprese a bussare
altri due colpi
più forti e decisi dei precedenti,
mi si gelò il sangue e il sudore freddo bagnava la mia fronte
era l’epilogo di una vita sregolata e dannata
la tanto annunciata resa dei conti
paura, solo paura in quel momento
chiesi nuovamente chi fosse, rispose.
Voce suadente e ferma
“sono io”
parole taglienti come un rasoio arrugginito
ma stranamente accadde qualcosa
al suono della sua voce l’antico istinto di uomo mi pervase.
“aprimi” urlò minacciosa
la mia mano sembrava andasse sola
dapprima tremante poi ferma verso la maniglia
mi fermai, chiusi il pugno stavolta vibrante di rabbia.
Il mio sguardo cambiò luce, la tentazione svanì,
lei capì e riprese a colpire la porta
sempre più forte urlando e imprecando.
Troppo tardi,
le offrii solo le spalle
come si fa a chi non si rispetta
sarebbe stato il mio ennesimo errore
si, il mio ultimo errore
lasciare entrare senza lottare.. signora morte.
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è senz'altro interessante, ma l'avvicino piuttosto ad una voce di prosa

il 09/03/2006 alle 10:30