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Pubblicata il 11/02/2006
Nutriti in prigioni di possibilità,
dove morbide mura acquose amoreggiano con le ossa
affinché della loro ipocrisia
tu sia degno.
E quella bestiolina che in me regna
si divincola e sale.
Reprimetela
tra occhi bianchi d’indifferenza,
finchè anch’essa:
inerme stupore
tra mille profili,
è,
di rigetto,
l’unica arma
che il pensiero offre in battaglia.
Una lacrima sulla guancia sinistra
nello sfogo d’una paralitica visione.
L’umanità fa paura.
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UNA SINTESI DI COME LA SINGOLARITà SI DIMENA IN CORRENTI OMOLOGANTI...PER TROVARE UN PROPRIO EQUILIBRIO....L' "UMANITà" FA SCHIFO!......BRAVISSIMA

il 11/02/2006 alle 16:26

ciao davvero ottima questa poesia, in cui tracci un affresco con tinte molto dure su come ci si muove (e non ci si muove)nella realtà odierna..l'indifferenza, l'ipocrisia tappeti in cui si accolgono i nuovi "uomini"...con affetto, fra

il 13/02/2006 alle 17:02