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Utente eliminato
Pubblicata il 28/04/2002
Firenze,
per uno strano gioco di riflessi,
si rovescia capovolta nell’Arno
che fa da specchio alla luce di lampioni
che tremano in acqua
quasi a voler imitare e sfidare le stelle
così lontane e irraggiungibili come sogni.

Incollata al vetro della mia finestra
una falce luminosa
si nasconde dietro una tendina di nuvole
che il respiro della notte lentamente
trascina via con sé,
un puzzle che il vento scompone
denudando le cieche pareti del cielo
foderate da un arcipelago di stelle
che oscillano incerte al vento
come luci di candele
vicino alla finestra di una chiesa,
simile è il religioso silenzio.

In cielo si accendono le prime stelle,
in terra i primi lampioni
ma non bastano,
sono gocce di luce presto asciugate.

Quando finisce un giorno
inizia un nuovo sogno
che scagliato nel buio
salta sulla superficie della notte
formando cerchi che
si allargano fino all’orizzonte
per poi essere inghiottito
dalla realtà: crudele bugia.

Un chiaro di luna freddo di novembre
che dipinge d’argento foglie secche in terra,
specchi orientati verso l’alto
a riflettere l’immenso
filtrando la malinconia,
specchi ormai rotti e dannati.
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