Il mago dello stagno si dondola
su un raggio di luna stà sera
al castello ci sono le luci accese
si tiene il ballo
castello incantato
castello fatato
castello smarrito
castello svogliato
la dama di compagnia
ti accompagna per la via
ma lì son tutte pronte
a seguire le tue ombre
"è un vero piacere incrociare Vò Signoria"
il gentil signore s'inchina
sempre attento
ad incalzare le rime
ad asciugare le tue pene
un marito disattento e impenitente
non teme rivali
per lo meno con i denari
la tue gote sbiadite
per lui son solo provocanti
se l'è guadagnate
venite a sentire
il verbo non manca
e di certo incanta
e il suo canto attira
le sirene dell'imbrunire
dalle lunghe trecce
che non riescono ad annodare
e così non riesci a farti impigliare
dopo il primo inchino ti fan sbadigliare
la signora è troppo stanca
troppi saluti
troppi accenni con la mano
troppi sorrisi
fatti per compiacersi/per compiacere
l'importanza certo dà un gran da fare
è ora di ritirarsi
fra le lenzuola calde e accomodanti
di chi fin poco prima sorreggeva la rima
"Mille scudi signore..
Mille scudi per sorreggere la vita"
Mille diamanti deposti sotto il cuscino
altrimenti non riesco a fare un buon sonnellino
nel castello incantato
di luci e merletti
non c'è posto per gli specchi
la propria immagine riflessa
l'enigma del saggio
potrei avere........ed essere
essere? chi è essere?
rimane solo il mago dello stagno
amico d'infanzia
appare di notte
quando la luna è piena
da te non vuol più farsi vedere
da quando ha capito
i vampiri non si specchiano