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Pubblicata il 09/01/2006
Salgo il viale che conduce alla chiesa
Il mio respiro si fa più intenso,
Ora rivedo Parigi dall'alto dei miei sogni!

La gioia di un uomo è sofferenza per un altro
Sento ancora il brivido dell'inverno del nostro antico idillio
E nelle mie mani il tempo che se n'è andato per sempre.

Il passato è laggiù davanti a me
Che dipinge altrove il mio futuro.

Perché siamo così insensibili davanti all'orrore?
Mi piacerebbe spiarti dal profondo del tuo cuore

E lasciarti questo mio spirito che non accenna a placarsi
Non incontreremo più chi ora ci sfiora

La nebbia scende
Scende sul tempo e su di noi,
Scende sulla città che si nasconde alla vista,
Scende su un'immagine che si è sbiadita col tempo

Ma tu chissà dove sei adesso
Il giorno dopo il nostro amore
Io sono ritornato alla fonte della vita!
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Tutta bella questa tua, ma la chiusa dona brividi

il 10/01/2006 alle 08:44

Bella e, come dice il precedente commento, ultimi versi da brivido...
Ciao,Antonio

il 10/01/2006 alle 11:29