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Pubblicata il 08/12/2005
Nella mia ferita
la carne è ancora rossa,
la pelle abbrandellata
è dolce tormentarla.

(c’è un albero cavo nel bosco
dov’è soffice il muschio)

Tra i miei capelli miele di favo
e api nelle mie orecchie,
natura crudele un alveare
vuol fare di me.

(stanotte dormirò fra i rottami
caldi del mio vapore)

Sognerò la neve e il carbone,
rosa thea di maggio e castagna
spinosa, ma l’estate
la lascerò a chi manca di fantasia.

(stanza bianca di luce,
nero corridoio di fatica)

Entra nella mia ferita:
c’è posto, non c’è il tuo nome scritto
ma per un poco ci sei già stato,
e questa notte pioverà.

(e il bosco m’è odioso
come un sanatorio )

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wow!
WoW!

il 09/12/2005 alle 10:27