Nella mia ferita
la carne è ancora rossa,
la pelle abbrandellata
è dolce tormentarla.
(c’è un albero cavo nel bosco
dov’è soffice il muschio)
Tra i miei capelli miele di favo
e api nelle mie orecchie,
natura crudele un alveare
vuol fare di me.
(stanotte dormirò fra i rottami
caldi del mio vapore)
Sognerò la neve e il carbone,
rosa thea di maggio e castagna
spinosa, ma l’estate
la lascerò a chi manca di fantasia.
(stanza bianca di luce,
nero corridoio di fatica)
Entra nella mia ferita:
c’è posto, non c’è il tuo nome scritto
ma per un poco ci sei già stato,
e questa notte pioverà.
(e il bosco m’è odioso
come un sanatorio )