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Utente eliminato
Pubblicata il 19/04/2002
Un fiore muore
e pur non sbaglia nel farlo,
mi dici che Dio
vive perso nel suo volere
di giustizia e di bellezza...
poteva pensarci prima,
cara Valeria.
Quattrocentoquarantatre rintocchi
e il tremare giunge ghiro e padrone
bussando al fieno di un branco confuso...
Vestito di spade e gelo,
in questa scorza di vizi,
l'unico errore fissa il coltello
e s'incorona sovrano...
è attaccamento,
è paura.
La mente s'arrugginisce,
vendicatrice di gesta
a lei non consce,
il vivere si staglia margine,
petalo del morire,
mi chiama...
si contiene...
Ricordo che un giorno
chiesi compagnia al cielo
e l'aiuto che mi ripose
fu un dì di pioggia...
d'allora il tuono m'incise
di piume e macchie d'occhi lisi,
troppo bagnati
per poter partire
al banchetto di un bruto futuro...
Madre candela,
accesa e ferma di fiamma,
m'inclinò l'umido sguardo
aspettandomi al bordo del dolore...
...la vidi.

...Che voi provetti non pensiate troppo,
che riposiate il vostro senso illeso...
un vecchio che vi somiglia
v'attende al riparo da tutto ciò,
non preoccupatevi...
non capirete un accidente.
Crederete di vincere
e forse vincerete...
a me non importa,
non sono un cruciverba
che attende un sorriso
nel risolversi di un dilemma,
ansimo tratto d'inchiostro,
cigolo colomba che accede
al mimetizzarsi in un sogno
e nel chiaro di nonna Buonanotte
mando un bacio in più,
lei mi lascia fare...
e nonostante il vostro ozioso pretendere,
la maggiore mia bontà,
riposa in quel bacio stabilito,
in quel saluto ormai tradito
ma ancora puro
dell'unico timore futuro...
il ricordo.
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Fumi d'incenso e parole JeiBiane in sospensione, liberi la mente e la riempi di stelle di vario colore, dimensione ed orbite a piacere...
Come al solito un focolaio di molteplicità, caro fratello vicino e lontano...
Augh!
Axel

il 19/04/2002 alle 11:27